BELLINZONA – Approvando una serie di atti parlamentari con il sostegno del Gruppo PLR, il Gran Consiglio ticinese ha dato oggi luce verde all’implementazione di diverse misure volte ad affrontare in modo più deciso il problema della violenza contro le donne. Per le Donne Liberali Radicali Ticinesi "si tratta di decisioni importanti, che vanno però inserite in un contesto più ampio di comprensione del fenomeno. Affinché non ci si limiti a tentare di arginare un’emorragia con dei semplici cerotti, ma si agisca a livello strutturale".
Per DLRT vanno ad esempio "tenuti in seria considerazione anche gli aspetti economici legati alla violenza sulle donne. Oggi sono infatti ancora pochi i casi in cui la donna davvero può scegliere in modo libero tra due vie ugualmente praticabili tra vita famigliare e carriera. Spesso si arriva, in maniera più o meno volontaria, alla rinuncia ad un lavoro retribuito. Uno degli ambiti più delicati per la coppia diventa allora la gestione del denaro e quando non ci si approccia in maniera sana a questo argomento, quello della disponibilità economica diventa una delle principali cause di disaccordo e frustrazione in molte famiglie".
E ancora: " L’abuso economico è difatti una delle declinazioni più comuni delle sopraffazioni che le donne coinvolte in una relazione violenta sono costrette a subire. Uno strumento infido per tenere la vittima sotto controllo, e man mano portarla a perdere l'autostima e ad addentrarsi nel mondo oscuro di ansia e depressione. Quando ai maltrattamenti fisici si unisce la violenza economica, le conseguenze di questa prevaricazione e l'oggettiva carenza di mezzi di sostentamento finiscono col divenire ostacoli insormontabili per le donne vittime di violenza domestica nella strada da percorrere per allontanarsi dal contesti familiari violenti".
Proprio in questo contesto si inserisce l’iniziativa popolare federale “Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)” lanciata proprio dalle Donne Liberali Radicali a livello nazionale. Gli studi mostrano infatti che l'introduzione della tassazione individuale potrà portare ad un aumento dell'occupazione da 40.000 a 60.000 posti di lavoro supplementari a tempo pieno. O, per dirla in altro modo, 300mila donne già attive professionalmente potrebbero aumentare la loro percentuale di lavoro del 20%. Oggi quando le coppie sposate hanno figli, di solito sono le donne che riducono il loro impegno lavorativo o lasciano del tutto l’attività professionale. Una situazione che va modernizzata dando alle donne una vera possibilità di scelta nella gestione dell’equilibrio tra vita famigliare e professionale anche come forma di prevenzione.