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11.04.22 - 09:500

Il PC: "PLR, metti a rischio la sicurezza nazionale. Si resti neutrali!"

I comunisti non hanno preso bene le dichiarazioni del presidente liberale in merito a un avvicinamento alla NATO: "Solo una Svizzera non allineata e capace di fungere da ponte tra l'Occidente e i paesi emergenti, potrà essere protagonista"

BELLINZONA - Il Partito Comunista si scaglia contro il PLR. Lo fa con toni duri, accusandolo addirittura di mettere a rischio la sicurezza della Svizzera. Il motivo? Quanto detto dal presidente svizzero che vorrebbe un avvicinamento alla NATO. Rischiando, per il PC, di mettere in dubbio la storica neutralità.

"Le dichiarazioni del presidente del Partito Liberale Radicale Svizzero, che auspica un ulteriore avvicinamento della Svizzera alla NATO, sono - soprattutto in un momento come questo, con gli occhi del mondo puntati sulla nostra mancata neutralità nella guerra in corso in Ucraina - di una gravità inaudita e al limite dell'irresponsabile per la nostra stessa sicurezza nazionale", si legge nella nota.

"Il presidente del partito più influente del capitalismo svizzero ha appena lasciato intendere al mondo (cioè all'82% della popolazione che non abita in Occidente) che la Svizzera non deve più essere neutrale e deve anzi omologarsi alla NATO, un’alleanza militare offensiva, responsabile di guerre illegali dal punto di vista del diritto internazionale come quella del Kosovo (1999) o della Libia (2011) passando per troppi altri tragici scenari che, col pretesto delle presunte armi di distruzione di massa, hanno giustificato massacri di innocenti. La sicurezza della Svizzera dipende anche dal proprio status di paese neutrale, che il PLR sembra voler ora liquidare come richiesto dall’UE", prosegue il PC.

Che incalza: "Proprio perché la Svizzera è circondata dalle truppe della NATO è impensabile che venga invasa se non - ipotesi oggi del tutto irrealista - dalla NATO stessa! E allora dovrebbe diversificare i propri sistemi d’arma ed evitare vincoli tecnologici in ambito militare con chi la circonda e che li userebbe per bloccarci l'esercito. Restare neutrale e indipendenti e non assoggettarsi ai diktat nordamericani ed europeisti è strategico: solo una Svizzera non allineata, capace di fungere da ponte fra l’Occidente ormai in crisi continua e i paesi emergenti dell’Eurasia che stanno avendo un impetuoso sviluppo economico potrà giocare un ruolo di protagonista del nuovo contesto multipolare. I paesi emergenti hanno infatti grande stima del nostro paese proprio per i suoi buoni uffici diplomatici e per la sua tradizione umanitaria: vediamo di non rovinare tutto!".

L'analisi comunista spiega come "c’è una parte della borghesia svizzera che vuole approfittare della crisi ucraina per farci aderire alla NATO e renderci ancora più vincolati al mercato euro-atlantico privandoci della cooperazione coi paesi emergenti: una scelta poco lungimirante anche dal punto di vista commerciale oltre che geopolitico". I comunisti non dubitano che il loro compito  "è riconoscere queste contraddizioni interne alla borghesia del nostro Paese e sostenere quelle istanze operaie ma anche economiche che sono pronte a salvaguardare la sovranità della Confederazione".

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