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Politica
30.05.22 - 09:580

Verdi: “Arcolabeno a 30 franchi per contrastare il caro benzina”

Lo chiede il partito ecologista in un’interrograzione al Consiglio di Stato: “Una sensibile riduzione del prezzo dell'abbonamento per incentivare l’uso dei mezzi pubblici”

BELLINZONA – Incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici con un abbonamento a prezzo calmierato, per lasciare l’automobile in garage e contrastare il caro benzina. È quanto chiedono i Verdi ticinesi in un’interrogazione presentata al Consiglio di Stato. 

“Tenuto conto della difficile situazione locale, internazionale, e delle ultime informazioni giunte dalla Russia sabato – si legge nell’atto parlamentare – i Verdi chiedono di ridurre drasticamente il prezzo dell’abbonamento arcobaleno per dare sollievo alle tasche degli automobilisti che soffrono particolarmente del massiccio aumento dei prezzi della benzina e del diesel. Una misura che avrebbe anche il vantaggio di non favorire gli introiti alla Russia, che con la vendita di petrolio finanzia la sua guerra, e di favorire un cambiamento di abitudini a favore del clima”.

L’iniziativa, la cui prima firmataria è la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin, arriva dopo la bocciatura da parte del Consiglio federale della proposta dell'UDC di dimezzare l'imposizione fiscale sui carburanti. “Un anno fa un litro di benzina costava 1 franco e 64. Oggi 2 franchi e 20”, sottolinea il partito ecologista, che chiede al Consiglio di Stato l'introduzione di abbonamenti validi per una e due zone a 10 franchi al mese, per tre-quattro zone a 20 franchi e per cinque e più zone a 30. E aggiunge: “Siamo il fanalino di coda della Svizzera per quel che concerne il reddito medio, ben oltre 1.000 franchi al di sotto della media nazionale, e il rincaro dei carburanti sta mettendo in ginocchio le fasce più deboli della popolazione ticinese. Dobbiamo intervenire concretamente e investire sul trasporto pubblico, l'elettromobilità e la produzione domestica di energia elettrica”. Qualora la proposta non fosse ritenuta idonea, gli ecologisti chiedono al Consiglio di Stato di proporre una soluzione alternativa.  

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