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16.06.23 - 17:330

Martignoni da lunedì primo cittadino di Bellinzona: "La prima riforma che vorrei è ..."

Il già sindaco sarà Presidente del Consiglio Comunale per l'ultimo anno di legislatura. "La nuova Bellinzona ha bisogno ancora di decisive ultimazioni e stabilizzazioni. Anacronistico riunirsi il lunedì alle ore 20.

BELLINZONA - Brenno Martignoni, sindaco di Bellinzona dal 2004 al 2012, protagonista di molte battaglie e di molte polemiche, si appresta ad assumere la presidenza del Consiglio comunale. Una dimensione completamente diversa, ma nella quale intende profondere impegno ed energie. In questa intervista spiega i suoi obiettivi.

Lunedì prossimo, 19 giugno, verrà designato Presidente del Consiglio comunale di Bellinzona. Brenno Martignoni Polti: da Sindaco a Primo cittadino. Che effetto le fa?

"Sono lati di una stessa medaglia. Le molte vite della politica. Tasselli della nostra democrazia rappresentativa. Come nei giochi di ruolo. L’ottica normativa è comunque ben diversa da quella di governo. Le scelte di campo prevalgono sui dettagli. Al Presidente del Consiglio comunale compete così la conduzione di un Collegio allargato rispetto a un Municipio. Senza frammentazioni di dicastero. È una posizione ponte. Tra la gente".

Quale Presidente del Consiglio comunale, in forza del gruppo Lega-UDC, accompagnerà il parlamento civico della Capitale, nell'ultimo tratto di questa legislatura breve. Un'annata non priva di sfide?

"In effetti, andranno chiusi alcuni grandi cerchi che riguardano soprattutto la pianificazione. Nuovi comparti e opzioni a largo raggio passeranno sui banchi del Legislativo, chiamato a dire la sua sugli indirizzi. Mi adopererò per aprire visioni e ampliare sane dialettiche".

Qual è lo “stato di salute” della Nuova Bellinzona aggregata?

"Non tutto è in dirittura d’arrivo. Anzi, direi che, più che di ritocchi, necessita ancora di decisive ultimazioni e stabilizzazioni. Vero è che, a distanza di quasi otto anni dalla votazione consultiva del 18 ottobre 2015, tante rassicurazioni di allora, in fin dei conti, purtroppo, non si sono tradotte in realtà". 

Come sono le sedute del Consiglio comunale all’ombra dei Castelli?

"In larga parte, si caratterizzano per ordine e rispetto, con talvolta qualche punta di colore qua e là. In un contesto che rimane però genuino e franco. In linea con la schiettezza tutta Bellinzonese. Sanguigna. Mi sento di aggiungere". 

Lei fa apporto di un’esperienza, nel pubblico, oltre trentennale, compreso l’essere stato anche Giudice cantonale. Potrebbe essere un valore aggiunto?

"È una domanda da girare alle colleghe e ai colleghi del Consiglio, al termine del mandato… In ogni modo, il clima parlamentare, uguale se federale, cantonale o comunale, lo si fa assieme. Per questo, occorre remare tutte e tutti nella stessa direzione. Pur nelle diverse sensibilità, non va perso di vista il bene comune. Le buone soluzioni non arrivano mai per caso".

Quanto incideranno i suoi valori tradizionali nella linea presidenziale?

"È un mondo che corre. Pure i gremi istituzionali devono stare al passo. La disaffezione all’impegno politico attivo è crescente. Diverse situazioni sono ormai anacronistiche e stridono con l’interesse a mettersi in gioco. Già a partire dai momenti di riunione. Per lo più, a fine giornata. Di lunedì dalle ore 20.00. Retaggio dei tempi. Questa degli orari potrebbe così essere una prima timida riforma. Dinamicizzare le assemblee in fascia pre-serale, in modo da evitare proibitive maratone notturne". 

Per finire, il 22 ottobre sarà in corsa per Berna, quale candidato al Consiglio Nazionale?

"Ho dato convinta disponibilità agli Organi di partito. Ancora qualche giorno e l’arcano non sarà più tale".

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