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TiPress/Davide Agosta
Politica
11.09.23 - 11:030

Cassa malati pubblica, Lorenzo Quadri: “Un'ipotesi che è tempo di rivalutare”  

Il consigliere nazionale leghista chiede al Consiglio federale di riprendere in considerazione la creazione di una cassa malati unica e pubblica, a livello nazionale e cantonale: “Difficile di questo passo far fronte ai premi senza un aiuto statale

di Lorenzo Quadri *

Il popolo è stato chiamato più volte ad esprimersi sull’ipotesi di una cassa malati unica e pubblica per l’assicurazione di base LAMal. L’ultima votazione sul tema si è tenuta nel 2014, l’esito è stato netto: 62% di no e 22 Cantoni contrari. Tuttavia, a quasi un decennio di distanza, la situazione di partenza appare profondamente cambiata.

Il susseguirsi di pesanti aumenti di premio rende il pagamento di un’assicurazione sociale obbligatoria vieppiù insostenibile per i cittadini. Di questo passo, la maggior parte degli abitanti - a maggior ragione in Cantoni come il Ticino, dove gli stipendi sono chiaramente inferiori alla media nazionale ed i premi superiori - non sarà più in grado di far fronte ai premi di cassa malati senza un aiuto statale.

Né ci si può attendere un’inversione di questa tendenza. Da un recente sondaggio emerge che il 79% dei cittadini sarebbe oggi favorevole ad una cassa malati unica. Il dato va evidentemente preso con le pinze, è tuttavia un segnale che non può essere ignorato. Gli stessi assicuratori malattia ammettono che il sistema attuale, in mancanza di sostanziali correttivi, è destinato all’implosione.

Una cassa malati unica e pubblica per l’assicurazione di base LAMal non avrebbe di per sé incidenza sui costi sanitari. Va tuttavia considerato che, negli ultimi 25 anni, i costi sanitari sono aumentati dell’81%, mentre i premi addirittura del 146%. La discrepanza è importante. Il meccanismo di formazione dei premi e delle riserve è inoltre macchinoso ed opaco. Manca pure la necessaria chiarezza su eventuali flussi finanziari dall’assicurazione obbligatoria (che non permette di fare utili) a quella facoltativa. Riserve in esubero per l’ammontare di svariati miliardi non vengono restituite ai cittadini, e gli assicuratori bruciano miliardi in borsa: il consigliere federale Berset ha di recente parlato di perdite per 1.8 miliardi sui mercati finanziari.

Il sistema attuale genera inoltre un numero spropositato di manager e consiglieri d’amministrazione degli assicuratori malattia, molti dei quali dispongono di numerose sottocasse, ciascuna con una propria gerarchia: ne deriva una moltiplicazione dei costi provocati dagli organi dirigenziali (la struttura “a matrioska” porta un singolo assicuratore ad avere anche oltre cento consiglieri d’amministrazione).

Né va dimenticato che membri ben remunerati di questi organi dirigenziali – o di quelli di associazioni mantello degli assicuratori malattia – siedono nell’Assemblea federale, ed in particolare nelle Commissioni della Sicurezza Sociale e della Sanità di entrambe le Camere.

Il conflitto di interessi è pertanto evidente, e ormai denunciato da più parti politiche. L’estrema lobbyzzazione del sistema sanitario ostacola la ricerca di soluzioni per abbassare i premi.

Nella cassa malati unica e pubblica sarebbe inoltre più agevole far confluire un contributo federale per ridurre i premi a tutti, come richiesto dal postulato Quadri 23.3657 (la proposta è comunque attuabile anche nel regime in vigore).

Il tema della Cassa malati unica e pubblica per l’assicurazione di base LAMal merita quindi di venire riesaminato, in considerazione del tempo trascorso dall’ultima votazione e delle mutate circostanze. Lo stesso vale per la possibilità per i Cantoni di costituire delle casse pubbliche sul proprio territorio, per quanto un’iniziativa cantonale di Neuchâtel in tal senso sia stata respinta dalle Camere federali nella primavera del 2022.

 

* Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi

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