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Sanità
30.01.19 - 09:000

L'incubo depressione. "Sembrava di vivere in un sogno. Con lo psichiatra recitavo e una mattina..."

Toccante testimonianza di un lettore, arrivataci dopo il via della campagna del DSS. "Non ce l'ho più fatta e ho ingerito dei sonniferi. Sono stato ricoverato 4 mesi, ora sorrido di nuovo alla vita grazie a una nuova compagna"

BELLINZONA – La depressione, un mostro che può attaccare chiunque, in qualsiasi momento della vita. Chi scrive è particolarmente sensibile al tema, con l’idea che i problemi vadano affrontati e guariti, senza nessun timore o vergogna. 

Il DSS ha lanciato una campagna per la cura della depressione, di cui soffrono 7 persone su 1000, e un lettore ci ha voluto raccontare la sua esperienza. Ora sta meglio, ha ripreso in mano la sua vita e rivive con noi quel periodo difficile.

Cosa ricorda della depressione?

“Per prima cosa nessuno mi ha mai diagnosticato depressione, c'è chi ha detto fossi schizzoaffettivo, chi avessi semplicemente uno scompenso psicologico e chi fossi depresso. Quello che so è che ero euforico un giorno e la mattina dopo avevo l'umore a terra. Andavo a cicli alterni. Ho iniziato a soffrire di derealizzazione e depersonalizzazione, mi sentivo come se vivessi in un film in cui tutti erano attori che recitavano una parte e io avevo l'umore a terra”.

Quali sono state le cause?

“Un insieme di cause. Problemi sul lavoro: lavoravo tanto e non c'era un buon ambiente. Avevo una relazione finita male in cui credevo però molto e avevo appena compiuto un compleanno tondo, 50 anni ed è stato un periodo di grandi bilanci. Ero senza figli, senza famiglia con un grande desiderio di paternità ma con una relazione finita con una donna di 10 anni più giovane che il figlio poteva darmelo. C'era solo il lavoro, 50 anni erano volati in un attimo. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la morte di mio padre a cui volevo un gran bene e a cui ero molto legato. Un mentore che mi manca ancora oggi”.

Quali sono stati i sintomi che l’hanno messa in allarme?

“Io non dormivo più e questo è stato un sintomo ma a me personalmente non ha messo in allarme. Dormivo tre ore per notte mi svegliavo e leggevo di tutto è stato un periodo in cui ho divorato i libri e mi sembrava di essere pimpante. Ma non ero riposato e così mi sono rivolto al medico di famiglia. Mi ha detto che avevo la pressione alta e mi ha prescritto dei sonniferi. Per un po' ha funzionato e ho ricominciato a dormire. Ma la pace è durata poco. Ero stufo del mio lavoro e dopo un colloquio andato male in una azienda concorrente a cui mi ero rivolto mi aveva assalito il desiderio di morire. Ho scritto ad un mio amico che volevo uccidermi. Lui mi ha fatto desistere e il giorno dopo mi ha accompagnato dal medico di famiglia. Preso atto della situazione mi ha indirizzato da uno psichiatra che mi ha prescritto dei farmaci e che frequentavo regolarmente una volta a settimana per circa 4 mesi”.

Si sentiva a suo agio col medico?

“Non mi sentivo a mio agio a parlare con lo psichiatra e recitavo una parte. Erano delle sedute con dei grandi silenzi e mi faceva quasi paura confrontarmi con lui. Avevo iniziato a sviluppare il timore che potesse leggermi nel pensiero. Era orribile ma la situazione è precipitata quando secondo lui potevamo vederci meno e quando è andato in vacanza. Non sapevo più a chi rivolgermi e ho sviluppato delle manie di persecuzione. Pensavo che un complotto fosse in atto per uccidermi. Una volta non ce l’ho più fatta e ho ingerito in grosso quantitativo di sonniferi. La mattina dopo un parente che dovevo incontrare ha avvertito il mio portinaio che, dato che non aprivo la porta ha allertato polizia e ambulanza. Non ricordo molto ma mi hanno ricoverato in una struttura psichiatrica”.

Poi cosa è successo?

“Una volta rinvenuto mi hanno fatto delle domande, ricordo di aver già lì avuto l'impressione di vivere in un sogno. Mi ricordo di aver detto che non dormivo più, che bevevo e che avevo manie di persecuzione. Mi hanno fatto riempire un formulario in cui bisognava spiegareil proprio stato di salute. C’erano domande tipo se sentivo le voci, se avevo l’impressione che gli altri potessero leggermi nel pensiero. E si doveva rispondere con una scala di valori, non ricordo più bene forse da uno a dieci. Un seguito mi hanno somministrato pesanti dosi di un potente narcolettico per via vena e calmanti. Ero sedato”.

Come si sentiva con parenti e amici?

“Nei confronti di parenti e amici mi sentivo male come se fossero anche loro parte del complotto. Stavo a lungo seduto e piangevo senza motivo. Avevo buoni amici che venivano regolarmente a trovarmi e il supporto della famiglia. Il massimo che riuscivo a fare era giocare a carte. Mi sono poi pian piano ripreso grazie al supporto psichiatrico, psicologico e all'ergoterapia. Si fanno dei lavoretti oppure si cucina. È un modo per sentirsi impegnati. Via via mi sono sentito sempre meglio fino alle mie dimissioni dopo 4 mesi. Anche il mio umore migliorava. Sono uscito che dovevo prendere degli stabilizzatori dell’umore e dei narcolettici via orale in dosi via via sempre minori e sotto supervisione medica”.

Ora come sta?

“Oggi sto bene o via via ripreso il lavoro prima al 50% e poi al 100% per un anno sono stato sotto supervisione psichiatrica e prendevo dei farmaci. Regolarmente frequentavo un centro di ergoterapia dove facevamo delle attività ludiche e dei lavoretti. Oggi mi sembrano delle attività stupide ma mi hanno aiutato molto in quel periodo. I farmaci come effetti collaterali mi hanno fatto aumentare di peso circa 20 chili e ho avuto dei problemi della sfera sessuale. Oggi si è tutto risolto e sorrido di nuovo alla vita grazie ad una nuova compagna. Mi concedo qualche bicchiere, cerco di non lavorare troppo e soprattutto dormo otto ore per notte. Il sonno è fondamentale”.

Cosa vuole dire a chi vive una situazione simile?

Mi sento di dire a chi soffre di questi disturbi insonnia, apatia, problemi gastrici e stitichezza di avvertire subito il medico di famiglia che saprà consigliarvi il supporto psicologico o psichiatrico appropriato ma bisogna essere trasparenti e dire tutto senza timore. Infatti all'inizio il medico non si è accorto di niente e mi ha prescritto pastiglie per il mal di pancia, pasticche per dormire e consigliato di cambiare dieta. Non abbiate timore di contattare un esperto. Oltretutto si tratta di prestazioni coperte dalla cassa Malati”.

 

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