VARESE - Oltre 350 tra infermieri e altri professionisti della sanità italiana hanno varcato il confine per trovare lavoro in Svizzera a condizioni migliori, soprattutto dal profilo economico. Il dato è emerso nell’ultimo incontro tra gli Ordini delle professioni infermieristiche di Varese e Como. L’obiettivo, scrive il sito comozero, è quello di cercare soluzioni concrete per rendere più attrattiva la professione infermieristica nelle zone italiane di confine e per contenere la migrazione in Svizzera di figure essenziali per la sanità.
I dati svizzeri indicano che nel triennio 2020-2022 oltre 350 professionisti della salute (di cui il 90% sono infermieri) hanno varcato il confine attratti dalle migliori condizioni economiche. L’esodo è più del doppio rispetto ai trienni precedenti.
All’incontro svoltosi a Varese hanno preso parte i dirigenti delle associazioni professionali, la parlamentare Maria Chiara Gadda, il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, presidente dell’associazione dei Comuni di Frontiera, e il consigliere regionale Giuseppe Licata.
Per contenere il fenomeno che rischia di mettere in ginocchio la sanità delle due province, sono state formulate diverse proposte, tra cui un welfare di confine e un contributo economico: sgravi sugli affitti, sconto benzina, fino ad arrivare a un assegno di confine, come già accaduto in passato per le Forze dell’Ordine.