CHIASSO – Domenica comincia un nuovo torneo di Challenge League. Si torna a parlare di calcio vero dopo quasi otto mesi, se si conta che da gennaio in poi lo scorso campionato si sapeva che il Wohlen si sarebbe autoescluso. Questa volta, ci sarà lo spareggio fra seconda e penultima di Super League, un modo per vivacizzare, ci si augura, il campionato fino alla fine.
Che ruolo avrà il giovane Chiasso, guidato da Alessandro Mangiarratti? Lo abbiamo chiesto a lui.
Siamo a pochi giorni dall’esordio, che sarà anche il suo in Challenge, come si sente?
“Al momento abbastanza tranquillo. Siamo centrati, abbiamo lavorato bene, la squadra ha fatto ciò che doveva, si è allenata in maniera buona. Adesso finalmente cominciano le partite vere, visto che in preparazione abbiamo affrontato sempre compagini di livello superiori in momenti dove eravamo anche un po’ stanchi. Certo, il Vaduz è una formazione importante, è in Europa League, punterà alla promozione, ma deve giocare contro tutti. C’è voglia di cominciare”.
Per chi non la conoscesse, com’è il calcio secondo Mangiarratti? Qual è la sua filosofia di gioco?
“Non ho inventato niente. La mia filosofia è quella di avere delle idee in campo, esse possono essere portate fino in fondo. Si può scegliere di giocare palla a terra, di puntare sul contropiede, quello che si vuole, basta essere pronti e che i giocatori siano consapevoli della strategia da mettere in atto. Ovviamente a tutti piace giocare col possesso palla, avere un calcio tecnico, coi cambi di ritmo ma si fa quel che si può. Bisogna mettere in condizione i calciatori di fare il meglio secondo le loro caratteristiche”.
Appunto, i giocatori. Avrà a disposizione alcuni ragazzi dello scorso anno che porteranno un po’ di esperienza e molti giovani. Un punto a favore o una difficoltà in più? Lei ha esperienza coi giovani
“È la realtà, quando si lavora a Chiasso si sa che si ha a che fare con giovani o con calciatori che vogliono rimettersi in discussione, assieme a qualche elemento affermato. Ne ero consapevole, non penso sia un punto a favore o a sfavore, non mi sono posto la domanda. Ho lavorato con loro e ne sono contento. Bisognerà avere fame, ferocia agonistica e freschezza”.
Come sta trovando il Chiasso? Si parla di una filosofia di riavvicinamento alla piazza, la nota?
“Ho trovato una società organizzata, con tutto quello che serve per il calcio a questi livelli. La struttura c’è, ci siamo potuti allenare in un contesto serio. Per quanto concerne il riavvicinamento alla regione, penso sia importante. Abbiamo un gruppo con molti calciatori ticinesi, formati da noi, è un po’ il Chiasso dei chiassesi o quanto meno del Mendrisiotto. Ci auguriamo di fare qualche risultato per portare la gente allo stadio”.
Di solito gli allenatori non fanno nomi, ma c’è un giovane che potrebbe essere una sorpresa?
“Di nomi non ne faccio, metterei il peso sulle spalle di chi nominerei e farei storcere il naso agli altri. Sono tutti importanti, dal primo all’ultimo, avranno i loro momenti nella stagione”.
Cosa cambierà con le quattro sostituzioni? Ci saranno differenze nell'impostazione di una gara?
“Nell'impostare la gara no, si potrà comunque cambiare quasi mezza squadra in corso, apportando dei correttivi, si può portare soprattutto freschezza dal punto di vista fisico alla partita. È stata una scelta per dare più spazio ai giovani. Trovo sia una scelta interessante, vuol dire dover avere un piano A, un piano B ed uno C. Responsabilizza noi allenatori? Secondo me lo fa coi ragazzi, con quattro cambi chi entra deve portare qualcosa, tutti devono stare attenti ed essere subito pronti”.
Per quanto concerne l’introduzione dello spareggio, ci si augura di avere un campionato vivo fino al termine. come divide le avversarie, chi lotterà per cosa?
“Il campionato a dieci squadre è tosto, si fa in fretta a trovarsi davanti così come a scivolare dietro. A lottare per la promozione vedo Losanna, Vaduz e Servette. Dietro ci sarà una bella bagarre, tutte le altre saranno coinvolte per non retrocedere”.