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05.01.20 - 17:200

Turkyilmaz analizza il 2019 sportivo: "Il Lugano? Poteva far di più. L'Ambrì la salvo, Shaqiri no"

Il 62 volte nazionale elvetico sull'anno sportivo appena concluso: "Xherdan inesistente, Jacobacci flop in granata, il Chiasso si salva ma..."

LUGANO – Il 2019 è ormai passato agli archivi. Tra buoni propositi e ambizioni il 2020 è già cominciato per tanti protagonisti dello sport ticinese. Se il Lugano di Jacobacci ha cominciato ieri, sabato 4 gennaio, la preparazione invernale che trascinerà i bianconeri fino all’esordio annuale del 26 gennaio in casa del San Gallo, il Chiasso di mister Lupi ha deciso di giocare d’anticipo cominciando gli allenamenti già dal secondo giorno dell’anno.

Diverso il discorso per quanto riguarda le due principali squadre di hockey del Ticino. Per Ambrì e Lugano le feste sono durate poco, pochissimo. I leventinesi non si sono praticamente mai fermati disputando un'ottima Coppa Spengler, mentre i bianconeri hanno sfruttato i pochi giorni di pausa prima della ripresa per limare l’affinità con il neo allenatore Serge Pelletier. Ma quali sono stati i top e i flop dell’anno appena passato agli archivi? Ne abbiamo parlato con Kubilay ‘Kubi’ Turkyilmaz.

“Non è così facile valutare perché in un anno solare, spesso e volentieri, rientrano due stagioni. Per questo motivo il Lugano calcio è a mio avviso da inserire sia nei flop che nei top. Nei top perché il raggiungimento dell’Europa League la passata stagione con il terzo posto in Super League è qualcosa di magnifico, mentre non aver superato i gironi, abbinato all’incostante rendimento della prima fase di stagione, è il motivo per cui lo inserisco anche nei flop. Il girone non era di quelli impossibili e la rosa aveva qualità a sufficienza per provare a superare i gironi”.

Un altro caso da dividere in due è quello che riguarda il 2019 di Maurizio Jacobacci, che in estate ha ereditato la panchina del Bellinzona da Luigi Tirapelle per poi passare ai ‘cugini’ del Lugano il 29 ottobre scorso al posto dell’esonerato Celestini. “L’esperienza di Jacobacci al Bellinzona è sicuramente da etichettare come flop, mentre il suo inizio a Lugano è molto positivo e promettente e, di logica conseguenza, da considerare tra i migliori”.

Nel ‘girone’ dei migliori Turkyilmaz ci inserisce anche la Nazionale Svizzera di Vladimir Pektovic. “La qualificazione ad Euro2020 è molto importante per la nostra Nazione, ma c’è anche da dire che le avversarie non erano irresistibili”.

“Sicuramente negativo – continua – il 2019 del Lugano Hockey. Inutile parlarne”. E l’anno appena chiuso dall’Ambrì? “Top. Perché? Vero, è sotto la riga sinonimo di playout, ma considerati i mezzi limitati, gli infortuni e la sfortuna incontrata si è ben comportata e Cereda è in grado di trovare la strada per riportare a galla i suoi ragazzi”.

E ancora: “Xherdan Shaqiri è per me uno dei personaggi svizzeri più deludentei dell’anno. Nel 2019 non è praticamente mai esistito in relazione. Nonostante la salvezza all’ultima giornata della passata stagione, inserisco tra i flop anche il Chiasso. Peggio di così non può andare. Ma la salvezza rimane possibile? Assolutamente sì. Lupi deve trovare un equilibrio tra la sua volontà di esprimere un bel gioco e l’esigenza di fare risultato. Tra novembre e dicembre hanno dimostrato di sapersela giocare con chiunque, riuscendo addirittura a fermare il lanciatissimo Losanna capolista in Challenge League”.

Al 62 volte nazionale svizzero abbiamo chiesto anche un’opinione sul ritorno di Zlatan Ibrahimović (38 anni) al Milan. “Se penso al progetto iniziale della società, che era quello di investire sui giovani, dico che non ha senso. Per il Milan di oggi però, senza leader e personalità, la ritengo una buona mossa. Può fare la differenza? Sì, per la qualità del calcio italiano sì. La fa ancora Palacio, perché non dovrebbe farla ‘Ibra’?”.

Il 2020, lo abbiamo detto, è sinonimo di Europei, in programma dal prossimo 12 giugno. Cosa si aspetta ‘Kubi’ dalla Svizzera? “Tanta fame. La nostra Nazionale potrebbe essere la sorpresa del 2020 agli Europei. Abbiamo tutto per fare bene: esperienza e qualità, ma dipende da quanta determinazione ci metteranno i calciatori. Altrimenti, faremo il solito nostro discreto percorso...”.

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