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13.10.22 - 14:330

Champions League: promossi, bocciati, rimandati. E un inarrestabile Napoli 

La riflessione di Luca Sciarini sull’incredibile ascesa della squadra di Spalletti: “Ha un arco con tante frecce appuntite e letali, e interpreti che stanno dando il meglio di sé. Interessante capire quanto margine di crescita abbia ancora”

di Luca Sciarini *

Napoli avanti, Inter quasi, Milan forse, Juve no. È questo il responso della quarta giornata di Champions League, che ancora una volta ha premiato la regolarità e la compattezza di un Napoli che continua a segnare gol a raffica. Campionato o Europa che sia. Spalletti ha ritrovato anche Osimhen e adesso il suo arco ha tante frecce appuntite e letali. Difficile prevedere un calo dei partenopei, anche se questa stagione anomala, intervallata dal Mondiale del Qatar, potrebbe ancora regalare qualche sorpresa.

Contro l’Ajax, bistrattato nella gara di andata, il Napoli si è ripetuto con la solita intensità e fluidità: sembra una squadra che gioca a memoria con interpreti che stanno dando il meglio di sé. Sarà interessante capire quanto margine di crescita abbia ancora.

Bene anche l’Inter di Inzaghi, a un passo dalla qualificazione. Le basterà infatti battere a Milano il Pilzen. Il Barcellona ha ribadito tutte le sue fragilità e i nerazzurri ne hanno sapientemente approfittato. Anzi, per dirla tutta, avrebbero anche potuto vincere. I blaugrana sono una squadra costruita male e gestita peggio, almeno in questo momento. L’Inter, che in campionato sembrava accusare un calo qualche settimana fa, dà l’impressione di essere ripartita nel momento giusto. Anche senza Lukaku, che non gioca una partita da due mesi e che quando rientrerà potrebbe far cambiare ancora una volta gli equilibri ritrovati da Inzaghi. Milan e Juve meritano due capitoli a parte. Della sconfitta dei rossoneri si è parlato tantissimo in queste ore. Sotto accusa l’arbitro tedesco Siebert, per quel rigore e il conseguente cartellino rosso sventolato in faccia a Tomori.

Il rigore, da molti addetti ai lavori (ex arbitri compresi) giudicato soft, ha portato all’inevitabile conseguenza del cartellino rosso. Il regolamento, crudele e poco sensato, prevede l’espulsione se il difendente non ha nessuna possibilità di giocare il pallone. E il VAR dirà qualcuno? Nessuna possibilità di intervento, il protocollo non lo prevede. Il VAR non può giudicare l’entità di una spinta o di una trattenuta. Su quello decide ancora l’arbitro.

Ecco che dopo venti minuti, sotto di un gol e di un uomo, il Milan ha decisamente mollato la presa. Tutto facile, fin troppo, per il Chelsea, ormai a un passo dalla qualificazione. I rossoneri devono vincere contro Dinamo Zagabria e Salisburgo e poi passeranno comunque il turno. Insomma, il destino resta nelle loro mani a dispetto delle “malefatte” arbitrali. Non dovessero farcela, sarebbe anche un po’ colpa loro.

E la Juve? La squadra è in ritiro dopo la serata da incubo in Israele. Una sconfitta per cui la dirigenza bianconera ha usato la parola “vergogna”. Qualcosa, ormai da tempo, nella Juve non gira più per il verso giusto. Nemmeno il ritorno di Allegri, a cui sono stati dati pieni poteri e un contratto ultramilionario, è servito a raddrizzare la situazione. I bianconeri giocano senza quella grinta e quella determinazione che è sempre stato il loro marchio di fabbrica. Tanti solisti a libro paga che non formano una squadra e Allegri per il momento non riesce a trovare il bandolo della matassa.

Siamo a ottobre ma per la Juve la stagione sembra già compromessa. Lontanissima dalla vetta in campionato, ormai fuori dalla Champions. E con la sensazione che ricostruire una squadra vincente non sarà così facile. Almeno in breve tempo.

 
*Giornalista sportivo 

ecodellosport.ch

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