MELIDE - C’è chi dice 3’000. C’è chi dice 4’000. Poco importa. In Ticino era da tempo che non si assisteva a una mobilitazione di lavoratori di questa portata. Parliamo della manifestazione dei dipendenti dello Stato andata in scena ieri pomeriggio a Bellinzona.
Al centro della protesta la cassa pensioni dello Stato e il suo risanamento. Un problema annoso che il Cantone si trascina da decenni. Un problema complesso ma che si risolve in una domanda semplicissima: chi deve pagare per risanare il buco? Negli scorsi mesi il Gran Consiglio, con il voto contrario solo dell’MPS, ha deciso che non devono essere i contribuenti ticinesi a farsi carico del risanamento, bocciando l’iniziale proposta del Governo che chiedeva un versamento di mezzo miliardo. La proposta accolta dal Parlamento prevede di reperire sui mercati finanziarsi le risorse. Un’operazione per ora andata a vuoto.
Ma i dipendenti pubblici che hanno protestato ieri a Bellinzona, avevano nel mirino soprattutto la recente decisione del consiglio di amministrazione dell'istituto di abbassare il tasso di conversione dal 6,2 al 5%. Un intervento che provocherebbe un taglio medio del 20% delle rendite. Gli statali chiedono che questa decisione venga rivista.
Ma, ha spiegato ai microfoni della RSI il presidente del consiglio di amministrazione dell’IPCT Adriano Merlini, “l’attuale tasso di conversione del 6,17% è economicamente insostenibile per la cassa e quindi per gli affiliati”. Questo perché "quanto accumulato durante la vita lavorativa non basta a coprire gli anni in cui si è a beneficio della pensione". La perdita annua a regime potrebbe toccare i 50 milioni di franchi. Quindi o si abbassa il tasso di conversione oppure dovrà pagare il Cantone. E quindi torniamo alla domanda principale: chi paga?
Se la sinistra e i sindacati appaiono determinati a richiedere un intervento dello Stato, altrettanto determinato è il centrodestra che minaccia referendum qualora il risanamento dovesse ricadere sulle tasche dei contribuenti.
Sullo sfondo dello scontro c’è la situazione preoccupante dei conti pubblici: sempre ieri il Consiglio di Stato ha presentato un preventivo con 80 milioni di disavanzo, con un grande punto di domanda legato al futuro contributo della Banca Nazionale. Ma in ogni caso, ha ammonito il Governo, con la nuova legislatura, dopo le elezioni, sarà necessario un severo piano di risanamento.
“La battaglia sulla cassa pensioni” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera alle 19.30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi saranno il coordinatore dell’MPS Giuseppe Sergi, il sindacalista VPOD Raoul Ghisletta, il capogruppo della Lega Boris Bignasca e il deputato UDC Paolo Pamini. In collegamento Skype la deputata del PLR Cristina Maderni e il sindacalista OCST e deputato del Centro Giorgio Fonio.
Appuntamento per questa alle 19.30 su TeleTicino.