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Il Blog di Don Gianfranco
15.01.23 - 14:100

Benedetto XVI: fede e ragione

Don Gianfranco Feliciani ricorda Joseph Ratzinger: "Mite, riservato e coltissimo"

*Di Gianfranco Feliciani

Mite, riservato, gentile e soprattutto coltissimo, Joseph Ratzinger non è stato un papa comunicatore come Giovanni Paolo II – che ha servito come Prefetto della Congregazione della dottrina della fede dal 1981 al 2005 – e nemmeno come il suo successore Francesco.

Non è stato un papa mediatico e non ha fatto mai nulla per imporre la sua immagine e cercare di piacere a tutti i costi, anche se i suoi incontri con le persone sono sempre stati contrassegnati da una gentilezza squisitissima. La tentazione populista, così diffusa nel mondo della politica e che certo non risparmia neanche gli uomini di Chiesa, non l’ha mai minimamente sfiorato. Papa Benedetto non cercò mai l’applauso: anzi, si capiva che i battimani durante le liturgie nella basilica di San Pietro gli davano fastidio, e neppure si concedeva facilmente ai “media”, quasi sempre severi nei suoi confronti.

Più che un papa da vedere e da acclamare, un papa da leggere e da studiare. Uomo di straordinaria cultura, teologo finissimo, profondo conoscitore di quel pensiero greco che aveva gettato le basi per la costruzione dell’Europa e offerto al primo cristianesimo il quadro teorico per formulare le verità della fede, papa Ratzinger aveva compreso come pochi le complesse e ineludibili sfide della modernità.

Quelle sfide che in qualche modo tutte si concentrano dentro la questione dell’incontro-scontro tra la ragione e la fede. Non potremo mai dimenticare il capolavoro delle sue omelie, degne di un Padre della Chiesa dei nostri tempi, quando affermava che “non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”, e che “la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione”, contro ogni tentazione di fondamentalismo, di intolleranza e di violenza da parte dei credenti. La fede fiduciosa e incondizionata in Dio non può essere in contraddizione con la ragione. Sant’Agostino, il grande maestro del teologo Ratzinger, afferma che “la fede, se non è pensata e argomentata, non è nulla”.

Scrive Giovanni Paolo II (ma la penna è quella di Ratzinger) nell’enciclica “Fides et ratio” del 1998: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere lui perché, conoscendolo e amandolo, possa
giungere anche alla piena verità su se stesso”. Quindi, la ragione e la fede non solo non si escludono, ma si richiamano reciprocamente. La fede senza la ragione scadrebbe nel fanatismo più bieco, e la ragione senza la fede in un razionalismo disumano incapace di cogliere gli interrogativi più profondi del cuore umano.

*Arciprete di Chiasso

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