Cronaca
11.04.18 - 11:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
"Negli anni ha prevalso forse un certo menefreghismo? Consiglio di Stato, attivati con l'Italia e sollecita Cassis a fare lo stesso". Intanto si allungano i tempi per la statale 337
Ci vorrà almeno un mese prima di poter riaprire la strada, in quanto due grosse crepe nella montagna minacciano ancora frane. Intanto, il liberale Giorgio Pellanda e il leghista Omar Balli hanno inoltrato un'interrogazione per chiedere al Governo di fare pressione per velocizzare i lavori
RE – Probabilmente ci vorrà almeno un mese prima di poter riaprire la statale 337, teatro della frana che è costata la vita a due ticinesi il giorno di Pasqua. Infatti, Meis è di nuovo minacciata da due crepe che si sono aperte sulla montagna.
“I lavori da fare sono molti. Per rendere di nuovo agibile la strada, sempre dovendo fare i conti con le condizioni meteorologiche, oggi stimiamo che ci vorrà almeno un mese”, ha detto al Corriere del Ticino il sindaco di Re Oreste Pastore, che ha partecipato a un incontro, seguito a un sopralluogo, con ANAS, Arpa e i tecnici di Regione e Comune.
Intanto, mentre i tempi si allungano, il liberale Giorgio Pellanda e il leghista Ormar Balli sollecitano il Consiglio di Stato a fare la voce grossa presso la autorità italiane affinché intervengano in tempi brevi, calcolando che la strada collega anche il Ticino al Vallese. E chiedono anche al Governo stesso di sollecitare Ignazio Cassis affinché faccia pressione sul Governo Italiano, in quanto i lavori in teoria sarebbero dovuti iniziare nel 2016 e poi nel 2017. Già, in teoria… Ora addirittura si parla di chiudere gli appalti entro il 2019, tempi biblici.
“Se da una parte le autorità italiane locali, con alla testa il sindaco di Re, si stanno prodigando per sollecitare l’Anas a mettere in sicurezza la strada il più presto possibile e in modo pragmatico, prescindendo cioè da cavilli burocratici che rallentano le decisioni, dall’altra vi è veramente da chiedersi se fra gli addetti ai lavori non abbia prevalso, negli anni, un certo menefreghismo”, si legge nel testo.