MENDRISIO – Si è aperto il vaso di Pandora sul caso della docente di tedesco, co-autrice di un libro a quattro mani in cui si parla delle differenze tra Svizzera e Italia: non solo si assenterebbe spesso per la promozione, ma allievi e genitori non sarebbero soddisfatti di come insegna.
Come segnalato dagli allievi delle terze di Morbio Inferiore, dove insegna da settembre, si è indietro col programma, la donna apostrofa in modo poco carino (come già nel libro) chi frequenta i livelli B e prende di mira alcuni allievi. Oggi si è venuti a sapere che anche i genitori degli studenti di Mendrisio già a marzo 2017 hanno sollecitato la direzione, scontenti della docente.
Secondo nostre informazioni, il primo contatto con la responsabile della Sezione dell’insegnamento medio del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Tiziana Zaninelli avviene a marzo 2017. Non si sa più nulla sino a un anno dopo, nel marzo del 2018, quando oltre alle rimostranze sull’insegnamento si inserisce il cattivo impatto avuto dal libro “Noi” sulle famiglie e sui docenti (alcuni dei quali si sono riconosciuti e sono tutt’altro che contenti). Zaninelli non aveva risposto al primo sollecito, il primo vero contatto avviene un mese dopo, in aprile, quando comunque difende la docente, elencandone le qualità. Durante l’estate, per iscritto spiega di aver reso attenta la docente sullo scontento dei genitori.
Ma nulla cambia, e i genitori di Mendrisio si lamentano perché Valentina Giuliani insegna ancora. La donna ora ha alcune ore anche a Morbio Inferiore, e le criticità emergono anche lì. Si attiva dunque un monitoraggio.
L’assemblea dei genitori delle medie di Mendrisio infine scrive, a fine gennaio, a Manuele Bertoli, il quale pare prenda in mano direttamente l’incarto.
“Per ovvie ragioni le osservazioni inerenti a questa docente, che sono sono al vaglio dei servizi dipartimentali, non possono essere trattate tramite i media. Sul tema è oltretutto pendente un’interrogazione parlamentare (di Massimiliano Robbiani), alla quale il Consiglio di Stato darà risposta nei tempi fissati dalla legge. Il DECS conferma di prendere sempre sul serio tutte le osservazioni, ma ribadisce di doversi attenere a verifiche oggettive e non ad altri criteri”, spiega al Corriere del Ticino Tiziana Zaninelli.