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Cronaca
12.03.19 - 14:000
Aggiornamento: 15:39

Dalle preposizioni "zoccole" e "puttane" agli allievi "studenti di serie B". I genitori avranno un incontro col DECS

Non si placano le polemiche attorno alla professoressa di tedesco coautrice di "Noi". Criticato in particolare il modo di apostrofare gli allievi dei livelli B, si punta il dito sui metodi in classe. "Quella del Dipartimento una difesa d'ufficio"

MENDRISIO – Non si ferma il caso della docente di tedesco di Mendrisio e Morbio Inferiore finita sotto accusa per il libro scritto a quattro mani con un giornalista svizzero e per i suoi metodi di insegnamento.

I genitori si lamentavano di lei da ormai due anni, come è stato testimoniato, ma nessuno si era mosso. Alla donna erano state fatte presenti le critiche, senza che cambiasse sostanzialmente nulla. Anche il DECS era stato interpellato, e recentemente ha dato la sua risposta, giudicando idonea e competente la donna. Una presa di posizione che non è piaciuta ai genitori.

Ieri era un’ottantina, come riferisce il Corriere del Ticino, alla riunione indetta dal Comitato Genitori delle medie di Mendrisio. Una delegazione avrà un incontro col DECS. La replica del Dipartimento è parsa a molti infatti “una difesa di ufficio, quasi scontata per non dover riconoscere anni di inerzia a fronte di lamentele reiterate nel tempo”.

Presente alla riunione vi era un’ex allieva della donna, che ne ha rimarcato i difetti. “Le lezioni di tedesco con lei si sono sempre svolte in italiano, mentre con altri docenti di materia si tenevano principalmente in tedesco. Quando in classe erano presenti gli esperti di lingua o altri docenti, allora iniziava a parlare in tedesco”, ha raccontato, confermando come spesso nelle verifiche trovassero temi non trattati in precedenza.

Molti ragazzi se ne erano accorti confrontando la loro preparazione con quella di coetanei di altre classi. La professoressa, seppur scherzosamente, chiamava “zoccole” o “puttane” le preposizioni, quasi un modo per aiutare a ricordare quali reggessero dativo e quali accusative: termini comunque ritenuti poco adatti.

Del libro, in particolare, fa discutere quel che vien detto degli allievi che frequentano i livelli B. “I corsi di livello A sono quelli per studenti normodotati, i corsi di livello B sono corsi destinati a coloro che hanno diverse difficoltà: da quelle relazionali a quelle comunicative, da quelle cognitive di concentrazione, applicazione, studio a quelle affettive, Gruppi piccoli, abbandonati alla loro triste sorte di studenti di serie B, demotivati, con un passato non facile alle spalle ed un presente incerto, senza l’appoggio della famiglia, senza progetti per il futuro. Ragazzi persi, un peso per quella società efficiente, competitiva e “perfetta” che non tollera devianze e relega i più deboli nel girone degli incapaci”, si legge.

Un volume, sul quale tutti rimarcano che c’è la libertà di stampa, che ha creato tensioni nel corpo docenti. Il direttore delle medie di Mendrisio ha spiegato di essersi arrabbiato per un capitolo dove si parla di una collega della docente e della madre malata.

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