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Cronaca
25.04.19 - 18:200

Usura a danno di 18 operai, il Sindacato Unia: "Ecco la ricetta di questa "guerra dei prezzi" che miete sempre più vittime"

Il Sindacato che ha segnalato il caso prende posizione: "C'è da chiedersi fino a quando la SSIC Ticino continuerà a parlare di questi episodi come "casi isolati"

MANNO – È di questo pomeriggio la notizia che il Procuratore pubblico Moreno Cappella ha rinviato a giudizio (vedi articoli suggeriti) un 42enne italiano e una 50enne italiana, entrambi oggi domiciliati nel Canton Grigioni e dirigenti di una società edile, per usura qualificata ai danni di 18 operai.

Una notizia che riporta d'attualità il tema dell'usura da parte di datori di lavoro in Ticino e che il Sindacato Unia ha approfondito tramite un comunicato stampa che riportiamo di seguito.

"Imprese che si aggiudicano appalti con prezzi sottocosto, scaricando tutto sulle spalle di chi lavora. Committenti che guadagnano nell’ombra e un associazione padronale che gira la testa da un'altra parte: Ecco la ricetta di questa “guerra dei prezzi” che miete ogni giorno sempre più vittime! Salari tra i 9 euro e i 15 euro, buste paga contraffatte e un indebito guadagno sulle spalle dei lavoratori. Grazie alle denunce e alla collaborazione attiva del Sindacato Unia con la Procura, un ennesimo caso di mala-edilizia è balzato oggi agli onori della cronaca.

In data odierna il Procuratore pubblico Moreno Capella ha comunicato infatti che l’indagine per usura ai danni di 18 dipendenti è arrivata alla sua conclusione, con il rinvio a giudizio, dinnanzi alla Corte delle assise Correzionali, di un 42enne cittadino italiano e di una 50enne cittadina italiana entrambi domiciliati nel Canton Grigioni e dirigenti della società edile.

Si tratta di una caso segnalato da Unia alla Polizia Giudiziaria Cantonale nel marzo del 2017, relativo alla Elia Costruzioni SA, all’epoca dei fatti ubicata a Paradiso.

Il meccanismo adottato per taglieggiare i salari è uno dei classici che ormai abbiamo imparato a conoscere, più volte denunciato dal sindacato Unia. Le buste paga riportavano un salario orario conforme al CNM ma veniva drasticamente ridotto il numero di ore effettivamente lavorate, facendo così quadrare il salario corrisposto a quello fissato nel CNM. Rispetto alle ore realmente lavorate, il salario orario variava fra i 9 euro e 15 euro l’ora, invece di salari orari che avrebbero dovuto situarsi, contrattualmente, tra i 32,81 e i 38,36 lordi! In questo modo, soltanto a livello salariale, la ditta ha ottenuto un indebito guadagno pecuniario netto di 217'803 CHF. Il tutto in poco più di 2 anni di attività sul territorio ticinese!

C’è da chiedersi – affermano dal Sindacato Unia – fino a quando la SSIC-Ticino continuerà a parlare di questi come “casi isolati”, senza rendersi conto che questo concorrenza spietata sui prezzi ha superato i limiti di guardia e sta trascinando tutto il settore in fondo al baratro".

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