ticinolibero
Cronaca
17.09.19 - 10:300
Aggiornamento: 13:52

I giovani svizzeri vogliono far carriera ma tengono di più agli affetti. Però perdono capacità comunicativa

Mazzoleni, Haltinier e Bertossa hanno scritto un libro sul tema. "La soddisfazione nella vita è semrpe alta, sebbene aumenti quella critica, che è più elevata in Ticino rispetto al resto del Paese. Chi amava studiare più felice degli altri"

BELLINZONA – Chi sono i giovani svizzeri d’oggi? Hanno provato a rispondere a questa domanda, tutt’altro che scontata, Oscar Mazzoleni, Karl W. Haltinier e Luca Bertossa nel libro ‘Giovani adulti allo specchio. Chi sono, cosa pensano, come cambiano’, il quale esce come 8° volume della collana “Le sfide della Svizzera” nelle Edizioni Armando Dadò. 

Il libro sarà presentato alle 10.30. Bertossa, in una lunga chiacchierata, ci racconta come i dati venivano raccolti, ai tempi, per controllare la qualità dell’istruzione impartita nei vari cantoni, durante la scuola reclute. Poi, cambiata la Svizzera, i sondaggi sono divenuti a carattere pedagogico, e sono state aggiunte, poi bilanciate con i calcoli statistici, le risposte di alcune donne. 

Uno degli ambiti da voi toccati è la soddisfazione dei giovani verso la propria vita. Visti i dati allarmanti sui pensieri di suicidio, lo riteniamo importante. Cosa ci dice?

“Paragonando i dati emersi con quelli degli ultimi 25 anni, il grado di soddisfazione con la propria vita continua a essere molto elevata. La percentuale di chi non è soddisfatto rimane bassa, al di sotto del 5%. Notiamo che c’è sempre meno gente che si dice ‘molto soddisfatta’ o ‘moltissimo soddisfatta’, mentre aumentano i ‘parzialmente soddisfatti’. La soddisfazione dipende molto fortemente dalle esperienze personali del passato e da quelli demografici. Per esempio, penso a esperienze fatte in famiglia: dove c’è stata molta fiducia verso il ragazzo o la ragazza, egli è soddisfatto. Interessante notare, dal punto di vista sociologico e politico, che non vi è correlazione tra l’essere famiglie patchwork, ovvero diverse dal nucleo madre-padre, e la soddisfazione”.

Tutto ciò, ovvero la diminuzione di chi è ‘molto o moltissimo soddisfatto’, dipende dalle condizioni del mercato del lavoro?

“Non sappiamo perché aumenta la soddisfazione critica, supponiamo dipenda da un inasprimento generale delle condizioni di formazione e di lavoro. Quel che è richiesto, nella formazione, è sempre di più, si deve lavorare di più a scuola, impegnarsi di più, aumenta il rischio di essere valutati negativamente. Lo stesso vale col lavoro, è sempre più difficile trovare la posizione che si vorrebbe nel posto di lavoro. Nella Svizzera Italiana abbiamo un grado basso di non soddisfatti, ma quella dei soddisfatti in modo critico è più alta che nel resto del Paese. E sappiamo che qui la possibilità di scegliere la via che si vuole è più difficile, penso a chi vuol fare l’artista del circo o il ricercatore nucleare che deve spostarsi. Ovviamente c’è la concorrenza del lavoro oltre frontiera, che sta arrivando anche in altre regioni”.

C’è un grado di relazione fra la soddisfazione e il grado di istruzione dei giovani?

“In generale sì, più si è istruiti più si è soddisfatti della propria vita. Però non è il fattore determinante. A livello scolastico abbiamo un secondo aspetto, quelle che chiamavo esperienze del passato. Abbiamo anche chiesto ‘quanto andavi bene a scuola?’ e ‘quanto andavi volentieri?’, e abbiamo visto che chi era bravo e studiava volentieri è più soddisfatto. Se analizziamo singolarmente il fattore ‘andare bene a scuola’ o ‘volentieri a scuola’, quest’ultimo aspetto è il più rilevante. Chi andava male e malvolentieri appartiene ai meno soddisfatti”.

Per quanto concerne le relazioni, i giovani puntano molto sulla vita privata?

“Certo, anche se interpellando ventenni i rapporti coi partner sono molto fluidi. Tutto ciò che concerne la vita privata, la famiglia e le amicizie contribuisce a donare un alto grado di soddisfazione nella vita”.

In seguito avete parlato dei valori dei giovani…

“Vediamo una grande stabilità. I valori più importanti sono sempre quelli dell’armonia personale, ovvero i rapporti con la famiglia, con gli amici, col partner. Storicamente hanno sempre contato più del lavoro. Per contro il valore definito da noi ‘impegno, intendendo quello politico, nel lavoro e la volontà di far carriera, aumenta. In una situazione di economia in cui le condizioni di lavoro non sono più rosee come negli anni Novanta, diventa maggiormente fondamentale l’affermazione nel lavoro e dunque il far carriera”.

Cosa ci dice delle capacità di lettura dei giovani, che avete analizzato?

“Un buon indicatore di essa è la frequenza di lettura. In dieci anni poniamo questa domanda, riferendoci a diversi medium, dall’online ai romanzi, dalle riviste ai fumetti. E abbiamo notato una tendenza alla diminuzione della frequenza di lettura in ognuno di questo medium. La digitalizzazione ha fatto divenire lo scrivere più importante, malgrado si vive nel mondo dell’immagine. I giovani comunicano scrivendo, e comunicare in modo corretto è sempre più basilare, mentre loro, leggendo meno, hanno meno competenze nella capacità comunicativa stessa”.

Potrebbe interessarti anche
Tags
TOP News
© 2024 , All rights reserved

Stai guardando la versione del sito mobile su un computer fisso.
Per una migliore esperienza ti consigliamo di passare alla versione ottimizzata per desktop.

Vai alla versione Desktop
rimani sulla versione mobile