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Cronaca
23.10.19 - 09:000

Dal bar dove mangi quel che ti porti agli spazi per studenti. E intanto si aiuta chi è in assistenza

Frequenze è un progetto di riqualifica territoriale che impiega persone a beneficio dell'assistenza, per permetter loro di rientrare nel mondo del lavoro. "C'è chi è demotivato, c'è invece chi ha voglia e grazie a noi guarisce da alcuni problemi"

CHIASSO – Un progetto per aiutare chi è in assistenza e contemporaneamente per riqualificare degli spazi vuoti in modi che siano utili alla popolazione, a partire dal bar dove potersi portare il cibo da casa. Questo è Frequenze, che ci viene raccontato da Elisa Volonterio, operatrice culturale che si occupa di management della cultura. 

“Il progetto è di riqualifica territoriale a base culturale”, ci spiega. “Ci occupiamo di ritirare e ristrutturare luoghi abbandonati e maltenuti per inserirci spazi culturali o servizi utili alla popolazione. Il team di lavoro è formato per la maggior parte da persone che si trova a beneficio dell’assistenza. La loro retribuzione è l’assistenza e sono impiegato col piano cantonale di utilità pubblica. Partecipano volontariamente, prendono 300 franchi mensili in più rispetto all’assistenza”.

Essere utili alla popolazione e a chi si trova in difficoltà, in pratica. Frequenze al momento è arrivo a Chiasso, Volonterio anticipa che presto ci si aprirà al territorio ticinese. Per ora, diversi progetti sono in essere a Chiasso. “Abbiamo un co-working in via Soldini. Il lunch box è un ex ristorante che abbiamo riaperto come luogo dove le persone possono consumare il pasto che portano da casa. La necessità di questo spazio c’era, ci sono molte persone a Chiasso, sia ticinesi che frontalieri, che lavorano qui e volevano un luogo per mangiare che non fosse la tastiera della scrivania. Abbiamo messo a disposizione dei forni a microonde, dei condimenti, dei piatti, ci sono dei libri e la musica. Si mangia senza dover spendere, abbiamo solo in vendita delle bibite fresche (non alcoliche) e capsule del caffè per la macchinetta. Di fianco, in accordo con la scuola di commercio, c’è un luogo di ricreazione per far mangiare i ragazzi e non solo, anche distrarsi dalla routine scolastica”.

“Abbiamo dai 15 ai 30 ragazzi a pranzo nello spazio dedicato alla scuola di commercio”, tira le somme. “Per quanto concerne il lunch box, le cifre sono variabili. Ci sono giorni con 10 persone e altri con una sola. All’inizio abbiamo fatto mesi senza essere conosciuti, adesso il passaparola è servito e c’è sempre qualcuno. Abbiamo i frontalieri che portano la schischetta, degli studenti di scuole privati ed anche gente che abita lì vicino, in particolare anziani, che sarebbe a casa da sola e cerca compagnia. Siamo soddisfatti, assolutamente, dell’impatto sociale. C’è una forte richiesta e forse apriremo un altro spazio”.

Al momento è in atto una collaborazione con la Biennale dell’Immagine, ovvero con mostre fotografiche sparse per Chiasso. “Sette spazi utilizzati dalla Biennale sono di Frequenze. Ad aprire, chiudere e gestire i locali sono persone in assistenza, che hanno avuto una formazione con una storica dell’arte sul mestiere del custode e del cicerone”. 

Volonterio stessa svolge un’analisi del territorio e in accordo coi Municipali dei comuni interessati trova le necessità, sia dei servizi che della cultura. Da lì sono nati, appunto, il Lunch Box e la collaborazione con la cultura chiassese non seguita dagli spazi “ufficiali”. 

L’obiettivo è che chi lavora per Frequenze, per sei mesi più eventualmente altri sei, possa trovare uno sbocco per uscire dall’assistenza. “Abbiamo un organo che dopo cinque mesi valuta con la persona dove può essere organizzato uno stage esterno in azienda. Si sta creando una rete importante con aziende del territorio. Ci sono persone che dopo anni vogliono fare una riqualifica professionale, che non trovano sbocchi e hanno sviluppato un interesse per un’altra professione, che avrebbero magari il posto ma desiderano imparare un altro mestiere: questa rete può creare una sorta di palestra lavorativa per i nostri utenti sia un modo per riqualificarsi”. Parlando di numeri, Volonterio fa notare come in due anni quattro persone sono uscite del tutto dall’assistenza, su quindici impiegate. “Funziona l’idea di dare un’opportunità a chi è da tempo fuori dal mondo del lavoro di avere una prova esterna”.

Spesso molti parlano delle persone in assistenza come di chi in fondo si adagia. Elisa Volonterio vede di tutto: “Ogni persona ha un passato, un trascorso e una motivazione. Impiego molti giovani che non hanno compiuto nemmeno 30 anni. Alcuni sono demotivati. Invece ci sono altre persone a cui Frequenze ha cambiato la vita: per esempio, sono guarite da malattie psicosomatiche che non permettevano loro di relazionarsi con gli altri, sono stati rotti dei meccanismi che facevano sì che non sapessero lavorare in team. Tanti perdono il posto perché non riescono a sostenere un collega che crea problema, che in realtà è nella persona stessa che non ha gli strumenti psicologi e psicofisici di passare oltre: qui arriva il bornout. Ci relazioniamo molto con psicologi e consulenti del DSS che ci aiutano a sostenere i casi più complessi”. 

La forza di Frequenze è che ogni singolo caso viene seguito giornalmente. Volonterio non vuole numeri importanti, preferisce privilegiare pochi utenti e occuparsi in modo continuativo del caso. “Adesso impieghiamo 25 persone a Chiasso, al momento ci sono le risorse per farlo. Ma non impiego persone per dividere i dadi dai bulloni: se non c’è lavoro riqualificante, non prendo nessuno. Il nostro è un lavoro molto più capillare, vogliamo che chi viene da noi trovi la motivazione di lavorare nonostante la situazione sia difficile. Ma molti si mettono in gioco e hanno risultati importanti”.

E ci racconta di Ruth, una signora eritrea che grazie ad Andrea Conconi della Casa del Vino di Morbio, dopo lo stage di un mese, è stata assunta e sta frequentando l’apprendistato di cameriera. Un esempio di quanto il Ticino sia attendo alla realtà dell’inserimento sociale. Una bella storia a lieto fine, l’auspicio è che ce ne siano sempre di più!

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