MILANO – Altri guai per Lara Comi. L'ex eurodeputata di Forza Italia – arrestata il 14 novembre scorso nell'ambito dell'indagine 'mensa dei poveri'– avrebbe incassato altre somme di denaro durante il suo mandato al Parlamento europeo. È questo il sospetto degli inquirenti, secondo i quali un terzo erogatore avrebbe consegnato dei soldi alla Comi sempre nell'indagine 'mensa dei poveri'.
Stando ad un'informativa della Gdf, però, depositata agli atti del Riesame a cui ha fatto ricorso la difesa, il "terzo erogatore" in realtà avrebbe, pare tra il 2014 e il 2015, incassato lui stesso i compensi di un collaboratore, in particolare, dell'allora eurodeputata, intestandosi gli assegni, e poi avrebbe fatto avere i soldi in contanti a Comi e a suo padre (Comi avrebbe firmato quietanze nel ricevere le somme).
Stando a quanto si è saputo, la persona che doveva svolgere il ruolo formale di 'terzo erogatore', ma che poi, in realtà, avrebbe girato in contanti parte dei compensi mensili dei collaboratori a Comi, è stata già ascoltata a verbale degli inquirenti e avrebbe anche consegnato alcuni documenti.
Questo altro fronte dell'indagine, su cui i pm stanno facendo approfondimenti, è finito anche negli atti depositati dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri al Riesame, assieme ad alcuni verbali di altri indagati, come un altro recente del presunto "burattinaio" del sistema Nino Caianiello.
La Procura ha confermato gli arresti domiciliari per la Comi in quanto "potrebbe commettere altri reati dello stesso genere".