GINEVRA – Alla fine, è terminata nel peggiore dei modi la vicenda del cane sequestrato all’aeroporto di Ginevra. Il veterinario cantonale di Ginevra aveva deciso di sopprimerlo e purtroppo così ha fatto, venerdì scorso, nonostante la volontà di chi lo aveva portato in Svizzera dall’Ucraina di riportarlo nel suo paese.
Il cane aveva solo 10 mesi, e la sua vita è terminata prima ancora di poter arrivare nella famiglia che probabilmente lo stava aspettando.
È entrato in Svizzera senza antirabbica e senza degli anticorpi necessari, è vero. La legge, si può dire, era dalla parte del veterinario cantonale ginevrino per quanto concerne la mancanza di vaccinazioni, però quando un animale viene sequestrato in un aeroporto, della sua sorte deve decidere il veterinario di confine. Devono essere messi in isolamento, è vero, ma possono essere riportati nel paese da cui provengono entro dieci giorni, questo non era il caso del cane in questione perché sarebbe tornato subito in Ucraina, se il veterinario cantonale non si fosse opposto. Peraltro, sul passaporto il cane figurava come vaccinato.
Si può scavare nella legge, ma la morale è una cosa diversa e i volontari ucraini erano decisi a farlo tornare a casa. Avrebbe potuto vivere. Invece è stato soppresso.