LOCARNO - Il sospetto che il Covid19 circolasse in Ticino ben prima che venisse identificato il primo caso - era il 25 febbraio - è fondato ormai da diverse settimane. Lo stesso vale per la Lombardia dove si ritiene che l’infezione si sia propagata sotto traccia già da metà gennaio, con oltre un mese di anticipo dalla scoperta del paziente 1 a Codogno.
La novità, per il Ticino, è che ora sembra esserci un indizio concreto a sostegno di questa tesi. È quanto emerge dalla storia raccontata stamane da TicinoOnline. A inizio febbraio, infatti, una 17enne residente nel Locarnese aveva contratto una strana influenza che ci ha messo tre settimane ad andarsene.
“All’epoca - racconta oggi la madre - nessuno sospettava che nostra figlia potesse avere il Covid. Certo, sentivamo parlare di questa malattia in televisione, ma ci sembrava così lontana. Mia figlia ha preso addirittura il cortisone per cercare di guarire. Ci ha messo tantissimo a riprendersi”.
La scoperta che il virus era stato ospitato dal corpo della ragazza è emersa grazie al test sierologico: la 17enne è una delle ticinesi reclutate nello studio del medico cantonale
La famiglia protagonista delle vicenda gestisce un esercizio pubblico: “Quando abbiamo saputo dell’esito del test - spiega sempre la madre a tio.ch - ci siamo tutti preoccupati anche per il resto del personale. Mio marito è diabetico e presto farà l’esame, pagandolo di tasca sua. La collega diretta di mia figlia, che lavora sempre a stretto contatto con lei, lo ha già fatto. Ed è risultato che non ha mai avuto il Covid-19. Anche questo è curioso”.
Se la storia venisse scientificamente confermata, non sarebbe una faccenda da poco, perché riscriverebbe la storia della presenza del virus sul nostro territorio. E anche la sequenza degli avvenimenti verrebbe letta in un’altra prospettiva. Da inizio febbraio, ad esempio, altri avvenimenti prima del famigerato Rabadan, avrebbero portato alla proliferazione del virus.