MILANO – Il Ticino ha deciso di dire sì al pagamento dei ristorni per i frontalieri, e sul Confine è polemica. L’assessore regionale agli Enti locali Sertori ha infatti dato parte del merito del parere positivo cantonale alla lettera inviata congiunta di Fontana e Vitta, suscitando la rabbia di Samuele Astuti e Alessandro Alfieri, rispettivamente consigliere regionale e senatore del PD.
“Anche grazie all'interlocuzione tra Regione Lombardia e Canton e alla luce delle osservazioni contenute nella lettera congiunta trasmessa il 30 aprile ai rispettivi Governi centrali, i ristorni dei frontalieri, ovvero quella percentuale di tasse pagate in Svizzera e che vengono ridistribuite in Italia, non verranno bloccati come successo nel 2011”, ha detto infatti l'assessore regionale con delega ai Rapporti con la Svizzera, lodando la “politica „dei fatti e di un'azione ragionata a favore di questa categoria di lavoratori“
“Ci vuole un gran coraggio da parte di Regione Lombardia per tentare di intitolarsi il merito del pagamento di 90 milioni di euro di ristorni comunicato dal Consiglio di Stato del Canton Ticino nel pieno rispetto degli accordi in vigore. Eppure, l’assessore regionale agli Enti locali”, hanno tuonato Astuti e Alfieri. Ma a loro avviso “Regione Lombardia c'entra poco: sono risultati raggiunti grazie a un impegno serio e costante del Governo italiano, ribadiamo, nel tessere positive relazioni con Berna e nel proteggere i lavoratori che onestamente si guadagnano da vivere oltre confine. Va però chiarita una cosa: non abbiamo intenzione di svendere i nostri lavoratori per qualche euro in più di ristorni. Bene le cifre sbloccate dalla Svizzera, ma non apriremo mai un negoziato su nuove fiscalità sotto ricatto”.
Sulla lettera di Fontana hanno le idee chiare: “Un documento firmato in piena emergenza Coronavirus per nascondere la pugnalata sferrata alle spalle di tutte le comunità e le amministrazioni di frontiera e per accaparrarsi avidamente una fetta dei ristorni in cambio di una resa totale alle richieste svizzere. I lavoratori frontalieri non sono il vendita!”