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Cronaca
22.05.21 - 11:440

Il nuovo documento richiesto dall'Italia non piace né in Lombardia né in Ticino. Forse arriva la zona franca

"Situazione grottesca, una tegola sulla testa", ha detto Mastromarino. "Più barriere mettono, più difficile sarà far ripartire l'Italia", è l'opinione di Gobbi. Alfieri fiducioso su una possibile zona franca di 30 chilometri

ROMA - Una situazione grottesca, così l'ha definita Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione Comuni italiani di frontiera. Un'autentica tegola sulla testa per i commercianti italiani, ma anche per i ticinesi che desiderano andare oltre confine, per motivi vari. Il riferimento è al Digital Passenger Locator Forms, il documento che verrà richiesto, oltre al tampone, per passare la dogana, dal 24 maggio (ovvero, da lunedì). Un documento da compilare online e tutto tranne che evidente. 

Mastromarino, che già si lamentava per il solo tampone, si è già messo in contatto con il Ministero della Salute. 

Intervenuto a TeleTicino, Norman Gobbi si è mostrato critico:  “Mario Draghi e il ministro Garavaglia parlano di rilanciare l’economia italiana grazie al turismo, più barriere uno mette, più difficile sarà far ripartire l’Italia”. 

Per contro, chi dall'Italia vuole entrare in Svizzera non necessita nulla di particolare, nemmeno il tampone (a meno che venga da regioni considerate a rischio, al momento Basilicata, Campania e Puglia), il problema potrebbe essere il rientro, dove in dogana potrebbero chiedere il tampone. Si intende in auto, per quanto riguarda gli aerei è diverso. 

Ma un tema caldo è quello della zona franca, ovvero una striscia di territorio, da una parte e dall'altra, dove poter transitare senza tampone e senza Digital Passenger Locator Forms. Inizialmente si pensava a 20 chilometri, adesso si parla di 30. E sarebbe questione di giorni. "Abbiamo mandato una lettera, insieme a molti altri parlamentari di confine, chiedendo il riconoscimento di una deroga che tenga conto della peculiarità della zona di confine. In questo modo le coppie divise dalla frontiera potrebbero tornare a incontrarsi senza più dover sottostare all’obbligo del tampone e la popolazione potrebbe nuovamente usufruire dei servizi legati agli acquisti", ha detto il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri.

Il tema è già stato affrontato con Di Maio e anche con Speranza, ora dovrà passare dagli organi competenti. Però pare esserci più fiducia rispetto a qualche tempo fa. Gobbi ritiene invece che questa zona franca sarebbe un'ulteriore disparità. 

 

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