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Cronaca
17.04.23 - 08:470

"Unitas, così non basta". Chieste anche le dimissioni del direttore

Il gruppo che per primo portò alla luce le molestie in seno alla società per ciechi e ipovedenti non ritiene sufficienti le misure del Governo: "Si rischia di perdere donazioni e che il Consiglio di Stato si ritrovi presto in difficoltà"

BELLINZONA - Le misure chieste dal Governo non bastano, per riacquistare la fiducia dei non vedenti Unitas deve fare ben di più, altrimenti il rischio è anche quello di perdere donazioni. Lo chiede il gruppo di soci che per primo ha sollevato il caso delle ormai note molestie sessuali avvenute per 25 anni in seno alla società per ipovedenti, rappresentati dal crimonologo Michel Venturelli. In primis vorrebbe che anche il direttore si dimettesse, poi che la presidenza andasse, assieme, a una persona vedente e a una non vedente, e che si crei un gruppo di conciliazione.

Per Venturelli le dimissioni del direttore, sebbene non richieste dal Consiglio di Stato, sono dovute. Spiega a La Regione di aver provato a contattarlo, per discutere con lui della richiesta di alcuni soci. Ma non ha ottenuto risposta nè alla telefonata nè all'sms, venendo invece richiamato dall'avvocato di Unitas. Chiare le sue parole: il direttore non è in discussione, mentre per il gruppo rappresentato dal criminologo dovrebbe esserlo. "I risultati dell’audit hanno già messo in grande imbarazzo due consiglieri di Stato, e se non si cambiassero davvero tutti i vertici di Unitas, il governo si troverebbe nuovamente in difficoltà. Il nuovo rappresentate del Cantone, nominato dal Consiglio di Stato, dovrebbe infatti lavorare con un direttore considerato ‘incapace, inadeguato e incompetente’ da parte dell’audit avocato dallo stesso governo. E questa non è certo una buona base di ripartenza", continua Venturelli.

A rischio ci sono le donazioni su cui Unitas fa conto. Diverse persone, infatti, sfiduciate, hanno deciso di togliere il loro sostegno finanziario.

Inoltre il nuovo presidente è vedente, un unicuum in Ticino e molti soci non si sentono rappresentati. La proposta è di optare per una presidenza a due, con un vedente e un non vedente o ipovedente. Il tema è stato inserito all'ordine del giorno in assemblea. La volontà è che il copresidente venga scelto tra i membri del comitato.

Infine, il gruppo che denunciò per primo le molestie vuole, una volta insediatosi il nuovo comitato, un incontro per la conciliazione, per parlare di quanto è successo. 

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