BERNA - Dopo aver vinto tutto quello che poteva vincere con una racchetta da tennis in mano, Roger Federer si è dedicato all'imprenditoria. Insieme ad altri due soci svizzeri, 'King' Roger ha investito nel marchio di scarpe sportive On. Un investimento finito sotto la lente della rivista per i consumatori K-Tipp, che settimana scorsa ha dedicato un articolo a riguardo. In particolare, la rivista ha denunciato come le calzature fabbricate in Vietnam procurino guadagni stratosferici grazie all'importante differenza tra il costo di produzione e il prezzo di vendita. La scarpa dedicata a Roger Federer, per esempio, viene venduta al prezzo di 230 franchi. Il costo di produzione, invece, si aggira sotto ai 18 franchi.
Ma non è tutto. Secondo K-Tipp, le scarpe On non garantirebbero la qualità che promettono. "Medici e ortopedici - si legge nell'articolo - considerano eccessiva la morbidezza delle scarpe, mentre i consumatori riferiscono di tendiniti e rapida usura dei materiali. Federer, avvicinato dal giornale, si è rifiutato di prendere posizione, mentre la responsabile degli affari europei di On ha confermato che "il codice di condotta dell'azienda si basa su linee guida dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro".
C'è di più. Come riferito dal Blick qualche giorno fa, la bandiera svizzera che compare sulle scarpe sarebbe abusiva. Lo sostiene a chiare lettere l’associazione Swissness Enforcement, finanziata dall’istituto federale elvetico della Proprietà Intellettuale, che si è assunta il compito di garantire il rispetto delle regole dello “Swiss made” all’estero. “Il fatto che On sviluppi la propria tecnologia in Svizzera, per poi produrre all’estero, non gli consente di affiggere, sulle scarpe sportive, l’insegna svizzera”, afferma David Stärkle, direttore di Swissness Enforcement. Accuse che On respinge al mittente. "La sede del marchio è a Zurigo e 900 collaboratori lavorano allo sviluppo della ricerca".