TICINO – Il presidente di Hotelleriesuisse Sopraceneri Max Perucchi è sereno e ‘preoccupato’ allo stesso tempo. Pregi e difetti di un periodo, quello del coronavirus, difficile da dimenticare. Il settore alberghiero cantonale – ma non solo – è stato messo a dura prova da un nemico invisibile e subdolo. La strategia di rilancio attuata dal Governo ha permesso a diversi alberghi ed esercizi di ripartire con fiducia e cauto ottimismo. “L’affluenza nel Locarnese, per esempio," spiega Perucchi a Liberatv", si attesta attorno al 95%. Possiamo parlare di qualcosa di meraviglioso e inaspettato. A maggio, di sicuro, non ci aspettavamo di fare questi numeri. Dobbiamo, però, tenere in considerazione che la Pasqua non la recupereremo più e perciò prevediamo una perdita del 25/30%”.
“Possiamo" continua "ritenerci soddisfatti, considerando cosa sta accadendo attorno a noi. Fortunatamente, gli svizzeri hanno seguito il consiglio di trascorrere le vacanze nella nostra Nazione. La speranza è che tutto torni alla normalità. La nostra ‘preoccupazione’ è in vista del 2021. Se tutte le Nazioni riapriranno regolarmente, gli svizzeri dopo un anno di vacanza ‘forzata’ preferiranno probabilmente altre mete. Il nostro lavoro consiste anche in quello di far tornare i turisti, che sono tanti e...giovani”.
“Gli over 65, infatti, non stanno girando tanto. Speriamo arrivino in settembre/ottobre. Sono più i giovani i protagonisti di quest’estate. L’età media dei turisti in Ticino si sta abbassando ed è un dato importante. C’è anche da dire che i ticinesi stanno riscoprendo il nostro territorio”.
Ma la percezione dei Confederati nei confronti del Covid-19 è maggiore rispetto a qualche mese fa? “Non tutti hanno vissuto quello che abbiamo vissuto noi, i cosiddetti ‘sorci verdi’. Ma basta per far rispettare le regole e loro le rispettano”.
La speranza di Hotelleriesuisse è quella di “chiudere in bellezza i prossimi tre mesi e poi chissà...magari si può pensare se prolungare le stagioni. Ma per fare questo devono combaciare diversi aspetti ed è importante che tutti giochino allo stesso gioco. Mi spiego: un hotel non può tenere aperto se i ristoranti sono chiusi...”.