BERNA - Nonostante il tenore di vita generale in Svizzera continui ad essere uno dei più elevati d'Europa, nel 2021 circa 745'000 persone erano colpite da povertà reddituale (8,7% della popolazione). Questo tasso è rimasto stabile rispetto agli anni precedenti la pandemia. È quanto emerge dall'ultima indagine in materia pubblicata oggi dell'Ufficio federale di statistica (UST).
Nel 2021, stando ai risultati dell'indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC) dell'UST, il tasso di povertà si è attestato quindi quasi al livello prepandemico (2020: 8,5%; 2019: 8,7%). Fanno parte delle categorie maggiormente colpite dalla povertà reddituale, come negli anni precedenti, le persone che vivono sole o in economie domestiche monoparentali, quelle senza formazione postobbligatoria e coloro che vivono in economie domestiche che non partecipano al mercato del lavoro.
Dal 2019, il tasso di povertà della popolazione occupata è stabile al 4,2%. Nel 2021, stando all'indagine, circa 157'000 persone non hanno percepito un reddito superiore alla soglia di povertà nonostante esercitassero un'attività lavorativa.
Nell'anno in esame, in Svizzera le persone costrette a rinunciare a importanti beni, servizi e attività sociali per ragioni finanziarie, erano invece all'incirca 448'000. Nel 2021 dunque, il 5,2% della popolazione si trovava in una cosiddetta situazione di deprivazione materiale, un tasso tuttavia nettamente inferiore alla media europea, che secondo l'UST si attestava all'11,9%. "Il tasso di deprivazione materiale e sociale costituisce l'ulteriore sviluppo del tasso di deprivazione materiale finora pubblicato e lo sostituisce sia a livello svizzero che europeo", viene specificato in una nota.
Per quanto riguarda i Paesi vicini, solo l'Austria presentava un tasso più basso (4,4%). Nettamente superiori invece quelli di Germania (9,0%), Italia (11,3%) e Francia (11,4%). Il tasso di deprivazione materiale e sociale più alto era quello della Romania (34,5%), mentre quello più basso era quello svedese (3,5%).
In Svizzera, "il tipo di deprivazione di gran lunga più frequente continua a essere l'incapacità di sostenere una spesa imprevista di 2'500 franchi entro un mese", l'ammontare necessario ad esempio per coprire di tasca propria l'intera franchigia più alta della propria assicurazione malattia. Stando all'indagine, nel 2021 in Svizzera, "quasi un quinto della popolazione (18,9%) viveva in un'economia domestica che presentava tale incapacità".
Dall'indagine dell'UST è emerso che, per ragioni finanziarie, "il 7,9% della popolazione ha dovuto rinunciare a svolgere regolarmente un'attività a pagamento nel tempo libero, il 3,5% non è riuscito a comprarsi vestiti nuovi di tanto in tanto e il 3,0% non ha potuto permettersi di incontrarsi almeno una volta al mese con la famiglia o gli amici per bere o mangiare qualcosa".
La soglia di povertà è calcolata sulla base delle direttive della Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS) e nel 2021, quest'ultima ammontava mediamente a 2'289 franchi al mese per una persona che viveva sola e a 3'989 franchi per una famiglia composta da due adulti e due bambini.
"Tale importo deve poter coprire le spese per le necessità quotidiane (cibo, igiene, mobilità ecc.) e le spese per l'alloggio, ma non i premi per l'assicurazione malattia obbligatoria, giacché, come i contributi alle assicurazioni sociali, le imposte e gli eventuali alimenti, anche questi vengono dedotti in anticipo dal reddito dell'economia domestica" si legge nella nota dell'UST.
Il tenore di vita generale è misurato in base alla mediana del reddito disponibile equivalente, corr…