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Politica
19.04.16 - 14:050
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Cosa succede nei Verdi? Nadia Pittà: «siamo sotto scacco»

La presidente del "parlamentino" verde commenta la situazione nel suo partito. «Denti nuoceva in diversi modi. Merlo e Patuzzi? Ci sono margini di discussione»

BELLINZONA - Clima caldo in casa Verdi: lo conferma Nadia Pittà Buetti, presidente del comitato cantonale. Tamara Merlo, nella nostra intervista, l'ha citata, e abbiamo voluto sentire anche la sua voce.Il gruppo parlamentare ieri si è parlato, com'è la situazione?«La discussione principale verte sul fatto che la decisione del comitato è stata presa e comunicata al diretto interessato (Denti, ndr.), il gruppo deciderà cosa fare. Ciò che il comitato ha deciso è di formulare al gruppo una richiesta di garantire che il posto in commissione della gestione vada alla nostra coordinatrice Michela Delcò Petralli, non vedendo di buon occhio che in una commissione così importante ci sia Denti, che fatica a collaborare con gli altri. Non è ancora stata presa una decisione in merito, se non dovesse seguire la nostra volontà non sarà "simpatico". Il gruppo è tenuto sotto scacco dai membri dell'associazione Noi, ciò va detto e non può essere negato».Come potrà ora lavorare il gruppo parlamentare dei Verdi, con innegabili attriti?«Prendere una decisione come quella di espellere un membro è importante, e alla base vi sono diversi aspetti, tra cui i diversi modi per nuocere al partito. Non vi è mai stata una collaborazione, dunque non capisco come si possa dire che quella del gruppo è messa a repentaglio, visto che da parte di Denti piuttosto si è vista l'assenza di volontà di collaborare col partito, in cui la situazione è pesante: se la gente che è stata eletta ha voglia di lavorare, che inizi a farlo, sennò che lasci spazio a chi lo vuole fare».Lei parla di Noi, è un problema così grande all'interno dei Verdi?«Questa associazione è nata con un obiettivo preciso, la sua attività è volta a discussioni e aspetti politici e non si può negare che fra le intenzioni vi è quella di poterla far diventare un partito. Non è previsto nei nostri statuti, non è compatibile, oltre che discutibile e preoccupante. Se i membri facessero chiarezza sulle loro intenzioni e non usassero i Verdi per degli scopi secondari sarebbe più semplice per tutti, poi quelle che saranno le loro decisioni lo vedremo, ciascuno è libero di fare le proprie. Oggi si discute in particolare di Denti, e in questo caso sono arrivati al pettine troppi nodi».Dunque, torniamo su Denti: ha nuociuto al partito?«Vi sono diversi modi di nuocere a un partito, prima di tutto non partecipando al dialogo, soprattutto se si è in una commissione importante come quella della gestione, dove si rappresenta un partito con cui non si hanno contatti. Si può nuocere non spiegando cosa si fa nelle commissioni: piuttosto meglio lasciar posto a qualcuno che si senta parte integrante. Oppure si può far del male con uscite infelici, dicendo che la direzione non è intellettualmente onesta o con il tweet contro Schönenberger poco prima delle comunali o anche creando associazioni che mirano chiaramente ad altri scopi, a formare nuove realtà politiche senza essere concreti fino in fondo, mantenendo un piede nei Verdi e uscendo nelle prese di posizione come presidente di Noi. Si nuoce andando contro i principi del partito, come nel caso dei letti privati nella pianificazione ospedaliera, del comitato "no all'adesione strisciante all'UE", e ancora sul Gottardo e in merito al suicidio assistito, dove ha sabotato con un documento la posizione di una collega senza neppure parlarne. E Denti non versa i soldi dovuti, senza comunicarlo al capogruppo: si tolgono dei mezzi importanti per il partito, ci si può leggere l'obiettivo di indebolire i Verdi. Lui dice di non aver avuto modo di parlare? Uscivamo indeboliti da un periodo di perdita di consensi in mano a Savoia, eppure con la nuova coordinazione si è creato un gruppo affiatato che si trova almeno mensilmente, dunque contribuire è un valore aggiunto partecipare, Denti non lo ha mai fatto, e non dovrebbe neppure sentirlo come obbligo. Gli era stato proposto di uscire in un altro modo, se preferisce parlare tramite i media è una sua scelta... ».State pensando a misure analoghe per Merlo e Patuzzi, associate a Noi, che non pagano quando dovuto?«Le posizioni di Merlo e Patuzzi sono diverse da quelle di Denti, ci sono meno punti che ci fanno considerare una decisione del genere. Merlo, per esempio, ha partecipato a una riunione ed è tradizione verde, in passato ha ben contribuito al partito. La nostra impressione è che con loro ci siano dei margini per poter discutere ma dipende da entrambe le parti: bisogna rispondere nel mettere in atto gli statuti, uno non può permettersi di fare ciò che vuole (questione delle diarie, ndr). Vedremo se il tentativo di mediazione avrà buon esito e se la decisione in merito a Denti cambi qualcosa». A proposito di Merlo, la citava parlando della sua successione alla presidenza. Cosa ha da dire in merito alla questione?«Non posso che sorridere. Quando Delcò Petralli mi ha chiesto se ero disponibile al ruolo le ho garantito la mia disponibilità. Se lo avesse voluto, avrebbe potuto mettersi a disposizione, e il comitato avrebbe scelto. Non capisco perché lo vede come un attrito personale, se lo vive così è un problema suo. Dal verbale ha scelto di non più mettersi a disposizione perché si puntava su altri, ma questa è democrazia».
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