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Politica
13.02.17 - 16:100
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

All'attacco dell'aumento dell'imposta di circolazione: petizione, mozione (per ora bloccata) e possibile referendum

Bühler, Käppeli e Filippini, vogliono per far sì che sia il Legislativo a decidere l'ammontare dell'imposta, così da poter essere referendato. La mozione è ferma per dare fiducia ad alcune dichiarazioni di Gobbi

BELLINZONA - Alain Bühler, appena resa nota la notizia (era il 13 gennaio) che il Consiglio di Stato aveva modificato, tramite decreto esecutivo, i coefficienti per il calcolo dell’imposta di circolazione 2017 come misura della manovra di rientro, per incassare 6,1 milioni di franchi in più fino al 2019, aveva annunciato il lancio di una petizione, e, più in là, di un atto parlamentare: ebbene, la petizione ha raccolto un migliaio di firme, la mozione è stata lanciata oggi, e non si esclude la via referendaria. La decisione del Governo è stata infatti ritenuta incomprensibile e non rispettosa del voto popolare, «visto che solo 20 mesi fa il Popolo ticinese si è espresso chiaramente contro l’aumento della tassa al grido di “Basta Tasse”, con ben il 67% delle preferenze. Una volontà schiacciante che portava con sé un messaggio chiaro: basta chiedere ai ticinesi ciò che il Governo può trovare tagliando gli sprechi nell’Amministrazione pubblica e nel settore pubblico». La petizione è partita pochissimi giorni dopo l'annuncio, «con due obiettivi semplici: spostare la competenza decisionale in merito all’imposta di circolazione e il suo calcolo dall’Esecutivo al Legislativo con conseguente facoltà di referendare le decisioni e riportare i coefficienti allo stato del 2016», si legge in una nota inviata oggi in redazione. Bühler però non si ferma, e «nel frattempo ci siamo immediatamente attivati sul fronte giuridico per sondare la possibilità di ricorrere contro il decreto del Consiglio di Stato, possibilità negata in quanto pare che “legalmente” all’Esecutivo cantonale non si possa addebitare nulla su questa decisione, mentre moralmente e politicamente si potrebbe scriverne di ogni. È stato quindi deciso di intraprendere la via parlamentare preparando un atto che ricalcasse le richieste della petizione che siamo certi non mancherà di trovare cofirmatari in Parlamento». Assieme a lui hanno firmato la mozione il liberale Fabio Käppeli e la democentrista Lara Filippini. I tre firmatari, pur convinti che la loro mozione troverebbe altre adesioni in Gran Consiglio, ha deciso di congelarla sino al 30 aprile 2017, giorno in cui verrà presentato il messaggio relativo alla nuova imposta di circolazione. Questo poiché il Ministro Norman Gobbi «ha annunciato entro la primavera una riforma totale del sistema di calcolo dell’imposta di circolazione. Una riforma che eliminerebbe il sistema bonus/malus con un importo basato sul peso, la potenza e le emissioni di CO2 e che dovrebbe entrare in vigore nel 2018». Dichiarazioni cui «stentiamo a credere, visto che nella manovra di rientro è previsto che la decisione del 23.12.2016 resti in vigore per almeno tre anni al fine di permette al Governo di incassare 18.3 milioni di Franchi. Oppure, peggio ancora, il nuovo sistema permetterà al Cantone d’incassare il medesimo importo con una nuova formula di calcolo della tassa, allargando ulteriormente il divario tra la tassa ticinese e quella di altri Cantoni. Dubbi legittimi, ma vogliamo concedere a Gobbi il beneficio del dubbio», congelando dunque la mozione. E se non arrivasse il messaggio governativo entro la data stabilita? Bühler, Käppeli e Filippini proseguirebbero attraverso la via parlamentare, ma sono pronti anche a lanciare un referendum «che se la nuova imposta di circolazione risulterà essere troppo onerosa rispetto alla media nazionale e soprattutto alla realtà ticinese e se permetterà ancora che il Governo prenda decisioni simili in modo autoritario e unilaterale».
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