Politica
16.06.17 - 10:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Il Ticino diviso. "Serve un nostro rappresentante". "Ma non sosterremo chiunque". I socialisti bellinzonesi critici, "Cassis farebbe gli interessi di chi?"
Beltraminelli si augura il ritorno del Cantone in Consiglio Federale, Piero Marchesi chiede l'unità della deputazione e non rimpainge Burkhlater, Quadri fa i distinguo
BERNA - Il Ticino potrebbe avere la chance, con Ignazio Cassis (ma qualcuno non esclude anche il nome di Christian Vitta), di tornare finalmente in Consiglio Federale.
Su Facebook, in questi giorni, non si parla d'altro. Cassis non fa l'unanimità, ma la maggior parte dei politici ticinesi spingono per un nostro rappresentante.
"È l'ora di un ticinese in Consiglio Federale! Le dimissioni a sorpresa di Didier Burkhalter sembrano fatte apposta per permettere dopo 18 anni il ritorno di un ticinese in Consiglio federale. È infatti piuttosto raro che ci siano tre latini nel governo federale e il partito liberale radicale che è presente in tutta la Svizzera certamente desidera un latino. Dal momento che si ritira solo Burkhalter le possibilità per un ticinese sono davvero molte. Come consigliere di Stato sarei molto contento di avere un consigliere federale ticinese. Aiuta il nostro lavoro e aiuta la coesione nazionale, anche se evidentemente chi sta al governo non deve agire in modo regionale", scrive per esempio il Ministro Paolo Beltraminelli.
Invita all'unità anche il presidente dell'UDC Piero Marchesi. "È tempo e ora che il Ticino ritorni ad essere rappresentato in Consiglio Federale. Di Burkhalter personalmente non sentirò la mancanza, ha sempre fatto politica guardando più a Bruxelles che a Berna, ma ora il Ticino deve preparare una candidatura forte e condivisa. Spero non accada come per Norman Gobbi, dove metà Ticino e parte della Deputazione non lo avevano sostenuto. Il partito oggi non conta, conta la preparazione, la motivazione e la capacità di lavorare per il bene del Paese. E per Paese intendo che deve avere anche un occhio di riguardo per il nostro Cantone, per i nostri problemi e farsi portavoce della volontà dei ticinesi. Attendiamo dunque che il PLR formuli la candidatura e poi mi auguro che tutti la sostengano.
Sarebbe ora di dimostrare che il Ticino, quando conta, sa essere compatto e determinato".
Lorenzo Quadri, rappresentante leghista, ritiene che non debba essere affatto scontato il sostegno a un liberale "solo" perché ticinese. "Qui qualcuno sta correndo un po' troppo. Non si vede motivo perché l’ex partitone dovrebbe avere carta bianca nel proporre qualsiasi ticinese e pretendere poi il sostegno incondizionato e compatto della deputazione ticinese alle camere federali, e chi non ci sta a farsi ricattare è un traditore della causa (da che pulpito!). Non è così che funziona. Del resto, lo stesso PLR nel recente passato si è comportato ben diversamente. Inoltre, tradimento più flagrante della causa ticinese della rottamazione del voto del 9 febbraio non c’è. Vero PLR? Si vedrà chi verrà candidato e poi si valuterà il da farsi". E si dice convinto, che nonostante le indicazioni del partito liberale nazionale, saranno in corsa anche candidati della Svizzera tedesca.
Non manca chi è critco, ovviamente, sulla possibile scelta di Cassis. In particolare, la sezione socialista di Bellinzona è stata eloquente in un post. "18 anni sono passati da quando fu Cotti a rappresentare il Ticino. Noi siamo convinti che gli steccati etnici vadano superati e che un ticinese debba andare a Berna solo se ne ha la levatura morale e politica. Non l'aveva Norman Gobbi e siamo molto dubbiosi anche su Ignazio Cassis, che incassa quasi mezzo milione l'anno per la presidenza di Carafutura, la lobby delle principali casse malati fuoriuscite da Santésuisse. Di chi farà gli interessi Cassis se verrà eletto? Dei cittadini o delle Casse malati che sono state così generose con lui?".