Politica
16.06.17 - 14:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
È finita la scuola, continuano le valutazioni. Maschi migliori in matematica, le pluriclassi aiutano in italiano. E i comunisti urlano, "basta ostacoli di genere sociale!"
Prove standardizzate di matematica e italiano hanno fatto emergere alcuni dati, "in linea con la letteratura internazionale", ci dice Sisini del DECS. "La riforma della scuola potrà..."
BELLINZONA – Con la proverbiale ultima campanella, un paio di giorni fa è finito l’anno scolastico. Il tempo dei bilanci, per gli allievi, è inevitabilmente all’interno delle pagelle, la scuola in senso generale si è testata attraverso prove standardizzate in matematica e italiano per i ragazzi di terza e quinta elementare, giungendo ad alcune conclusioni: i maschi sono più bravi coi numeri, chi ha un docente maschio va meglio in matematica rispetto a chi ha una donna, in italiano sono migliori coloro che studiano nelle pluriclassi. Inoltre, è emerso come chi ha origine svizzera, lingua madre italiana e una classe socio economica medio-alta ha risultati migliori.
Sufficiente per far indignare il Partito Comunista, che ha evidenziato come “nella scuola ticinese e svizzera esiste ancora una forte selezione sociale e l’uguaglianza di possibilità è ancora troppo influenzata dall’origine familiare e di classe degli studenti” e ha chiesto un piano di investimenti nelle scuola pubblica affinché lo Stato elimini tutti gli ostacoli di carattere sociale ed economico che impediscono la piena uguaglianza di possibilità e il più ampio diritto allo studio per i giovani. Tali misure dovranno vertere sulla gratuità dei servizi offerti dalla scuola e l’abbandono di pratiche pedagogiche come l’approccio per competenze dettate dagli interessi del padronato”.
Per provare a capire che cosa significano i risultati dedotti dalle prove, e per vedere che indicazioni danno in vista della riforma “La scuola che verrà”, abbiamo interpellato Rezio Sisini, del Dipartimento dell'educazione della cultura e dello sport, dove è Capoufficio delle scuole comunali.
Siete sorpresi da quanto emerso oppure è tutto in linea con quanto vi attendavate? C'è qualcosa in particolare che vi ha stupito?"Questi risultati sono coerenti con quanto presente nella letteratura internazionale e dicono che la realtà ticinese in questi ambiti è migliore rispetto ad altri paesi ma anche che occorre mantenere alta l'attenzione sugli aspetti dell'equità e dell'inclusione".
Se gli allievi di origine svizzera e con una condizione socio-economica migliore ottengono risultati migliori, cosa può fare la scuola per permettere agli altri di colmare il gap? Quanto influisce il fatto che, probabilmente, i ragazzi delle fasce medio-basse non hanno genitori in grado oppure con tempo disponibile per aiutarli? Non si rischia una scuola a due velocità, sin dalle elementari?"La scuola deve mettere in atto approcci didattici e pedagogici che permettano a tutti di esprimere le proprie competenze migliorandole. La differenziazione pedagogica deve quindi essere potenziata e generalizzata per permettere di costruire dei percorsi formativi che tengano conto delle peculiarità dell'allievo. Gli allievi più deboli possono essere così aiutati a migliorare le proprie competenze, mentre quelli bravi potranno acquisire competenze di sviluppo che permetteranno di raggiungere traguardi più ambiziosi. Nella scuola dell'obbligo ticinese la differenziazione pedagogica è già diffusa ma deve essere generalizzata capillarmente.
Come si spiega il fatto che gli allievi con un docente maschio abbiano raggiunto dei migliori risultati in matematica? È correlato col dato che dice che le allieve sono meno brave nella materia? Matematica resta quindi maschile, anche come sbocco negli studi futuri, o si può fare qualcosa?"La matematica è ritenuta una materia "prettamente maschile"; si tratta di un retaggio culturale difficile da estirpare e che ha i suoi effetti anche nelle scelte professionali future degli allievi. I risultati della prova ci dicono che probabilmente la docente donna si trova meno a suo agio nell'insegnare una materia che già da studente viveva come "ostica". La realtà ci dice che sempre più docenti donne nella scuola media insegnano matematica e questo potrà avere effetti benefici anche sulle scelte future delle allieve; effetto che potrà essere potenziato se anche la società in generale saprà eliminare le differenze legate al genere"
Come valutate il fatto che le pluriclassi si sono dimostrate positive in termini di risultati in italiano? Nell'immaginario collettivo, appartengono a un passato e a concetti non moderni di scuola, potrebbero essere invece riconsiderate?La formazione di pluriclassi permette di mantenere le sedi scolastiche nelle regioni periferiche con un effetto positivo sulla comunità. Quindi non sono concetti che appartengono al passato, ma sono un'importante realtà. Il dibattito sugli effetti positivi o negativi della formazione di pluriclassi è molto vivo. L'analisi dei dati delle prove standardizzate in italiano e matematica ci dicono che la modalità organizzativa delle pluriclassi mostra avere un impatto positivo o, al limite, neutrale sugli apprendimenti degli allievi. Nelle pluriclassi la differenziazione pedagogica è un approccio irrinunciabile per gestire l'eterogeneità; i risultati positivi ottenuti dagli allievi, dimostrano ancora una volta come essa sia un'impostazione che permette agli allievi di apprendere meglio.
In che cosa "La scuola che verrà" potrà intervenire a colmare le lacune e i punti critici emersi?"La scuola che verrà si basa sui principi di equità (da non confondere con l'egualitarismo) e di inclusione; quindi dà indicazioni precise di come intervenire per colmare le lacune e i punti critici emersi dallo studio. Per gestire l'eterogeneità della classe occorre, come dicevo poc'anzi, impostare un insegnamento differenziato. LasScuola che verrà indica quali sono le condizioni necessarie per generalizzare la differenziazione pedagogica: a livello di approcci didattici (lezioni, laboratori, atelier, con la possibilità del coinsegnamento ) e a livello di strutturale (griglia oraria e opzioni)".
Paola Bernasconi