ticinolibero
Politica
12.09.17 - 11:180
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

L'Italia non firma? "La Confederazione risarcisca il Ticino con 15 milioni annui, e congeliamo i ristorni"

L'UDC si muove in parallelo sul piano nazionale con Marco Chiesa e su quello cantonale con Tiziano Galeazzi, presentando due mozioni parallele. "Malgrado le continue ufficiale rassicurazioni italiane, i più temono che l'accordo non sarà siglato prima del 2018. Dunque..."

BERNA/BELLINZONA – L’UDC va all’attacco: la mancata firma dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera da parte italiana ha causato dei danni per il Ticino. Dunque, muovendosi a livello federale con Marco Chiesa chiede un risarcimento della Confederazione di 15 milioni annui per il Cantone, e a livello cantonale con Tiziano Galeazzi per, appunto, domandare al Cantone di costituirsi parte lesa nei confronti della Confederazione e di bloccare il pagamento dei ristorni dal prossimo 30 giugno.

Una duplice azione, dunque, sia a Berna che a Bellinzona. I danni causati dalla mancata firma sono chiari, secondo i democentristi, quattro in particolare: “con l’entrata in vigore dell’accordo sulla libera circolazione delle persone, la Svizzera ha modificato l’accordo sui frontalieri con l’Austria, stornando il 12,5% delle imposte incassate alla fonte dai frontalieri al Governo austriaco”, “con il nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia, parafato verso la fine del 2015, il Ticino potrà incassare il 70% delle imposte in luogo dell’attuale 61,2% e, soprattutto, i lavoratori frontalieri dovranno dichiarare il loro salario in Italia”, “la mancata entrata in vigore dell'accordo ha, indirettamente, pesanti conseguenze sul mercato del lavoro ticinese che subisce un significativo dumping salariale a causa dei lavoratori frontalieri” e “le minori entrate finanziarie stimate per il Cantone Ticino per la mancata entrata in vigore dell’accordo sui frontalieri è pari a 15 milioni di franchi, ovvero la differenza tra il 70 e il 61,2%. Secondo la Costituzione federale, la Confederazione ha la competenza esclusiva di concludere accordi con gli Stati esteri e deve salvaguardare gli interessi dei Cantoni”. 

Si invoca quindi la solidarietà confederale. Chiesa, nella sua mozione, chiede “alla luce del mutato contesto socio-economico intercorso dal 1974 ad oggi, al Consiglio federale una compensazione finanziaria dalla Confederazione al Cantone Ticino, per un importo di 15 milioni di franchi annui, sino a quando il nuovo accordo non sarà entrato in vigore”. E sottolinea come “malgrado le continue ufficiali rassicurazioni italiane, i più, già scottati in passato da queste promesse, temono che l’accordo non sarà oggetto di una firma prima delle prossime votazioni del 2018” e che dunque “il Consiglio federale deve perciò farsi carico, da un profilo finanziario, dei danni che questa situazione arreca al Cantone”.

Al Governo cantonale è invece giunta una parallela mozione di Tiziano Galeazzi, le cui richieste, appunto, sono due: “congelare a partire dal prossimo 30 giugno il ristorno delle imposte alla fonte alla Repubblica italiana secondo l’accordo del 1974” e “costituirsi parte lesa nei confronti della Confederazione per il risarcimento delle minori entrate finanziarie, cioè 15 milioni di franchi all’anno, sino a quando il nuovo accordo parafato nel 2015 non entrerà in vigore. Questo vale per gli anni 2016 e seguenti”.
Potrebbe interessarti anche
Tags
ticino
confederazione
accordo
vigore
frontalieri
italia
cantone
firma
milioni franchi
ristorni
TOP News
© 2024 , All rights reserved

Stai guardando la versione del sito mobile su un computer fisso.
Per una migliore esperienza ti consigliamo di passare alla versione ottimizzata per desktop.

Vai alla versione Desktop
rimani sulla versione mobile