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09.02.18 - 15:590
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

9 febbraio, quattro anni dopo. Chiesa, "il popolo si è sentito tradito. È stata la morte della democrazia diretta. La disdetta della libera circolazione era già nel testo..."

Nel 2013 venne approvata l'iniziativa conto l'immigrazione di massa. Il democentrista, "i socialisti, che vogliono entrare nell'UE, e i liberali, pronti a sacrificare i principi all'economia, hanno tirato il carretto, il PPD ha fatto da palo. Che delusione accorgermi che si cercavano escamotage per manipolare il voto popolare"

BELLINZONA – Il 9 febbraio è una data storica per la democrazia svizzera. Quattro anni fa, e si può dire, anche se è retorica, come vola il tempo!, il popolo si esprimeva a favore dell’iniziativa dell’UDC “Stop all’immigrazione di massa”. Un voto storico? Per certi versi sì, anche se negli annali resteranno i mesi successivi, con le animate discussioni che hanno portate a votare una legge di applicazione che per molti è stata un tradimento alla volontà popolare, una versione light senza contingenti o tetti massimi.

Per fare il punto, abbiamo contattato Marco Chiesa, che ai tempi fu uno dei protagonisti della campagna elettorale.

9 febbraio, ormai una data storica. Lo è ancora?
“L’immagine che mi viene in mente è quella di Adrian Amstuz che dal pulpito sventola la Costituzione svizzera. È stato il momento nel quale si è calpestata la democrazia diretta nella nostra Confederazione. Il popolo aveva votato in maniera chiara e netta, con doppia maggioranza, un articolo costituzionale che prevedeva tetti massimi, contingenti e preferenza indigena, che ancora è nella Costituzione, mentre i partiti, con in testa PS e PLR, hanno ubbidito uno all’Europa e l’altro all’economia, infischiandosene del sovrano. La libera circolazione è inconciliabile con l’articolo votato, invece si è voluto fare il gioco delle tre carte, per far uscire un’applicazione light che non applica il 9 febbraio. Mi chiedo cosa abbiamo votato a fare ed è per quello che c’è sul tavolo un’iniziativa per disdire la libera circolazione. E tra l’altro ci dicevano che non avremmo mai avuto il coraggio di farlo, di mettere in discussione i bilaterali. In discussione è solo il primo pacchetto, composto da sette accordi, che potrebbero saltare a causa della clausola ghigliottina. Poi voglio vedere come faranno gli europei a passare attraverso la Svizzera, dato che un accordo prevede il traffico terrestre, un altro quello aereo: l’UE parlerà con Lufthansa, padrona di Swiss?

Tornando al 9 febbraio, che ricordi ha della campagna elettorale e del giorno del voto?
“Il terrorismo messo in atto sulle conseguenze di un voto positivo, mi ha ricordato il clima sulla votazione sullo Spazio Economico Europeo, e quello che mi aspetto arriverà in merito all’iniziativa sulla libera circolazione. Noto un sistematico utilizzo di scenari apocalittici per far mettere timore alla gente, costruendo un certo tipo di sudditanza nei confronti dell’UE”.

Una volta che il popolo aveva approvato l’iniziativa, si attendeva che gli altri l’avrebbero annacquata così?
“Ero in prima linea durante la campagna elettorale, pur non essendo in Consiglio Nazionale. Però il testo era, e mi sembra ancora oggi, chiarissimo. Chi dice che non lo è, è in malafede. Chiunque ha la possibilità di leggere il messaggio scritto dal Consiglio Federale, addirittura nel novembre 2012. Veniva chiaramente spiegato che se passava la nostra iniziativa la libera circolazione non poteva più esistere, e che dovevamo disdire l’accordo di libera circolazione con l’UE. Solo una persona in malafede, e lo sottolineo quattro volte, può dire che l’UDC non l’aveva detto, lo affermava lo stesso Consiglio Federale. Il tema della disdetta aveva anche tenuto banco durante il dibattito. Quando l’iniziativa ha vinto, mi ero detto che era tutto chiaro, che saremmo passati alla fase negoziale. Semmai lì si doveva capire che cosa si poteva fare con gli altri sei accordi: è stato un errore mettere assieme un pacchetto con la clausola ghigliottina”.

La delusione maggiore, a freddo, verso chi è rivolta?
“Quella di percepire negli ambienti che contano, a Palazzo Federale, nelle due Camere, fra esponenti di spicco di tutti i partiti, la volontà di trovare una strada per fare come volevano loro. Si sono cercati tutti gli escamotage possibile per fare in modo che la volontà popolare potesse essere manipolata. La cosa più squallida, accaduta il 16 dicembre 2016 quando è stata votata la legge di applicazione. Ripeto, è squallida, frutto di una manipolazione. Dopo una soglia di disoccupazione bisogna annunciare i posti di lavoro all’URC? Non ha niente a che vedere con quanto deciso il 9 febbraio…”

È deluso da tutti i partiti, tranne il vostro, o  da qualcuno in particolare?
“A tirare il carretto sono stati socialisti e liberali, a fare il palo è rimasto il PPD che si è astenuto. Hanno chiesto all’UDC di fare la legge d’applicazione, l’abbiamo preparata e non è stata votata… Ci siamo trovati confrontati con una manifesta malafede per non applicare ciò che dava fastidio. Il 9 febbraio dava noia a socialisti che vogliono entrare nell’UE e a liberali che vogliono sacrificare determinati principi sull’altare dell’economia. La delusione massima è quella che fa sì che uno dei nostri valori fondanti è la democrazia: la gente deve ancora poter decidere, lì è stato invalidato e sotterrato il voto del popolo sovrano. È stata la morte della democrazia diretta. Per esempio, in molti dicono che votano per No Billag ma che poi faranno come vogliono, come sul 9 febbraio. Un ragionamento che si sente, dato che la gente si è sentita tradita dai rappresentanti a Berna”.

Col senno di poi, se aveste saputo come sarebbe andata a finire, avreste chiesto direttamente la disdetta della libera circolazione delle persone, senza passare dal 9 febbraio?
“La disdetta della libera circolazione era già nel primo testo. Quando si dice che la Svizzera deve gestire in modo autonomo la propria immigrazione, mettere contingenti, tetti massimi, preferenza indigena e che ha tre anni di tempo per rinegoziare i trattati che vanno contro questi principi, solo una persona che non vuole capire non comprende. Lo stesso Consiglio Federale scriveva che gli accordi che non rispettano i principi sono vietati. E se l’aveva capita la Widmer-Schlumpf., che ha firmato il messaggio, possono capirlo tutti… Solo i traditori non hanno compreso, si potrebbe dire”.

Paola Bernasconi
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