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Politica
04.03.18 - 15:410
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

"Clamorosa sproporzione tra le forze in gara, ma 50mila ticinesi hanno votato sì". La domenica in chiaro-scuro della Lega, "i vertici RSI dovranno tenerne conto. La questione non si chiude qui"

Il Movimento di via Monte Boglia spiega come "solo il Mattino e il Paese hanno sostenuto l'iniziativa e noi eravamo l'unica forza politica ad aver indicato il sì. Non sono stati risparmiati ricatti e fake news. Saremo in prima fila per raccogliere le firme per scendere al massimo a 200 franchi di canone"

LUGANO – È stata il partito che più si è mobilitato a favore di No Billag, mettendo in campo tutte le forze del Mattino. La Lega dovrebbe essere dunque il movimento più deluso ma, come Bühler, riconosce che “nel nostro Canton la percentuale di Sì è stata superiore alla media nazionale di circa 5 punti. Un risultato tutt’altro che scontato, soprattutto se si considera la clamorosa sproporzione tra gli schieramenti in campo”.

“Tra le forze politiche, solo la Lega dei Ticinesi ha indicato di votare Sì all’iniziativa”, spiega. “A livello mediatico, il Mattino ed il Paese sono stati gli unici a sostenere l’iniziativa. Tutti gli altri organi di stampa, sia elettronica che cartacea che online, hanno combattuto attivamente l’iniziativa, non risparmiandosi ricatti e fake news”.

Evidentemente, pensa alla RSI, con cui è in battaglia da tempo. “È clamorosamente venuta meno al proprio mandato di servizio pubblico: per mesi si è prodotta in un vero e proprio lavaggio del cervello all’indirizzo degli spettatori. Contro l’iniziativa si è schierato, con un’isteria senza precedenti, l’intero establishment, puntellato da una miriade di associazioni piccole e grandi. Si è creato uno scenario di tipo “bulgaro”.

Ma “ciononostante, da quasi 50mila ticinesi è giunto un chiaro segnale di protesta nei confronti della RSI: i vertici dell’emittente dovranno tenerne conto ed avviare senza indugio i cambiamenti ed il ridimensionamento promessi durante la campagna di votazione. Qualsiasi altro atteggiamento costituirebbe uno schiaffo della TV di Stato ad una fetta importante di popolazione”.

“La questione comunque non si chiude qui”, prosegue la nota. “Costringere tutti i residenti in Svizzera a pagare il canone più caro d’Europa per finanziare una SSR di dimensioni spropositate, anche se non si seguono i suoi programmi, non è più accettabile nell’era della digitalizzazione e del “chi consuma paga”. La TV lineare imposta al pubblico è un relitto del passato. La Lega dei Ticinesi continuerà la propria battaglia affinché il canone radioTV venga sensibilmente ridotto e si augura che l’iniziativa popolare per abbassare il balzello ad al massimo 200 Fr all’anno venga lanciata quanto prima. La Lega dei Ticinesi sarà in prima fila nella raccolta delle firme nel nostro Cantone”.

Insomma, il servizio pubblico ha vinto una battaglia, ma la guerra si prospetta ancora lunga.


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