BELLINZONA – Un accordo sul tema del ceto medio è sicuramente possibile, ma con toni diversi. E le proposte non sono una copiatura bensì qualcosa che amplia quelle già fatte da altri. Maurizio Agustoni, capogruppo del PPD, ha voluto replicare all’UDC e al suo attacco di questa mattina.
“Prima di tutto, vorrei spiegare perché contesto l’accusa di plagio. Se vediamo le loro critiche, si fa un po’ fatica a comprendere il rimprovero. Prendiamole una per una…”.
Prego, partiamo dal valore locativo
“Dicono che ricorda molto l’iniziativa di Paolo Pamini, che io stesso, assieme al presidente Dadò e ad altri membri popolari democratici della Tributaria, abbiamo firmato. Ma ricorda casi in cui il proprietario dell’immobile non ha più il debito ipotecario ed ha un redito basso, deve dunque pagare importi altri. Va a favore di persone con un reddito basso che hanno ripagato l’ipoteca. La nostra proposta va ad aggiungersi e chiede di abbassare il valore locativo per tutti. Per accedere alla riduzione di Pamini ci sono condizioni più rigide, noi la generalizziamo. Non è un plagio, ma qualcosa in più”.
Passiamo alla riduzione della franchigia sull’imposta della sostanza
“L’UDC sostiene che è simile a quella votata qualche mese fa dal popolo, non è proprio vero perché la misura su cui ci siamo espressi in aprile si applicava a sostanze superiori al milione di franchi, la nostra è pensata per patrimonio più da ceto medio. Dove sta il plagio, non si capisce?”.
Infine abbiamo la deducibilità fiscale delle spese di presa a carico per i figli
“Ci rimproverano di non aver sostenuto l’iniziativa di Iris Canonica, non vedo che rapporto abbia con la nostra proposta. La nostra è una misura puntuale, la loro avrebbe rimesso in discussione lo sforzo fiscale, non era chiaro neppure chi avrebbe dovuto pagare le minori entrate per quell’iniziativa. Anche qui, non comprendo il plagio”.
Vi è stato detto che siete stati folgorati sulla via di Damasco, lo possiamo leggere come un’accusa di usare il tema elettoralmente?
“Il popolo ticinese ad aprile 2018 ha votato di strettissima misura alcuni sgravi fiscali. Questo scarso sostegno a misure per la quasi totalità a favore delle persone più abbienti indica che nella popolazione c’è bisogno di concentrarsi sul ceto medio. È anche una risposta indiretta a sgravi lineari o che vanno a favore di chi ha un reddito elevato (quella di Vitta di abbassare il moltiplicatore, ndr). Siamo alla fine di una legislatura, e facendo il bilancio possiamo dire che il ceto medio ha subito l’innalzamento di tutte le imposte, da quella di circolazione all’aumento delle stime immobiliari, alla tasse di cancelleria, non ha ricevuto nessun tipo di sgravio. Oltretutto siamo alla vigilia probabilmente di una votazione sulla riforma fiscale nazionale, il tema fiscale è centrale. Viene citato tra l’altro anche il referendum obbligatorio, di cui sono il terzo firmatario”.
Pamini comunque chiede un’alleanza fra voi, loro, la Lega e qualche liberale…
“Proprio perché fanno notare che ci sono dei punti di contatto e che le nostre proposte sono giuste, non capisco perché devono avere questa reazione così inviperite e polemica. Queste accuse non stanno né il cielo né in terra, non ci sono altri atti parlamentari di altri partiti uguali o simili, sono proposte nuove e che l’UDC dice che val la pena discutere”.
Magari ci sono motivi elettorali dietro l’attacco?
"Motivi elettorali loro, semmai. Se si vuole collaborare bisognerebbe avere un atteggiamento più costruttivo e meno polemico. Personalmente queste cose mi lasciano indifferente però non si può accusare qualcuno falsamente di essere un copione e poi chiedere di fare una grande alleanza per il ceto medio. Certo, sicuramente la si può fare, dove ognuno porta le proposte, con la premessa non è ‘fate questo perché siete stati folgorati’ o ‘copiate’”.
Questo comunicato potrebbe rompere ancor prima che parta la famosa alleanza?
“No, non siamo a questi punti. Capisco che l’UDC ha bisogno di farsi vedere, hanno presentato diverse proposte sul piano fiscale e forse hanno la tendenza a pensare di avere l’esclusiva sull’argomento. Li richiamerei a un po’ più di buon senso. Tra l’altro, loro si definiscono liberalconservatori, che era il nome del PPD nel 1850: dunque, fra plagi… (e ride, ndr)”.