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21.11.18 - 13:440
Aggiornamento: 14:22

Così no! Per Vitta, fra Cantone e Comuni "bisogna tornare a confrontarsi con ottica positiva e proficua"

I comuni non vogliono più pagare i contributi di risanamento. Per il direttore del DFE, "non servono prove di forza. La volontà di procedere in modo costruttivo c'è da entrambe le parti"

BELLINZONA – I Comuni si stanno in un certo senso rivoltando contro il Cantone. Non vogliono più pagare contributi per il risanamento delle finanze dello Stato, dato che esse ormai sono positive. Da 6 anni, infatti, a Bellinzona ricevono 25 milioni. 

L’iniziativa l’hanno lanciata tre Comuni, Canobbio, Melide e Vernate, serve il consenso di un quinto di tutti quelli presenti sul territorio. Locarno ha preavvisato un parere positivo tramite alcuni Municipali, a Lugano si parla del tema. È scontro? Per Christian Vitta, direttore del DFE, bisogna passare dal dialogo, non dalle prove di forza.

“Quanto avvenuto in queste ultime settimane è un segnale di un certo disagio che trova verosimilmente la sua origine nelle elevate attese che erano state poste nel progetto Ticino 2020. Un progetto ambizioso che richiede però tempo per essere ultimato: per raggiungere delle soluzioni che siano condivise da tutti gli attori è infatti necessaria un’azione di mediazione e di convergenza”, spiega. Il dialogo, appunto, è venuto meno. Ed ecco le tensioni.

“Quel che occorre è un approccio costruttivo e una visione lungimirante. In questo senso è importante che Cantone e Comuni tornino, nelle sedi opportune, a dialogare e a confrontarsi in un’ottica positiva e proficua. La volontà di voler procedere in questa direzione, espressa più volte pubblicamente da ambo le parti, non manca”, aggiunge.

E Ticino 2020, progetto con l’obiettivo di rivedere i compiti e i flussi fra i due livelli istituzionali con l’obiettivo di semplificare e rendere più efficace l’azione dell’ente pubblico e questo nell’interesse dei cittadini? Per Vitta, i risultati finanziari positivi sia del Cantone che dei Comuni sono premesse favorevoli. Da Bellinzona, ricorda, si è pronti a “condividere con i Comuni le maggiori risorse che proverranno da Berna nell’ambito della riforma fiscale (si stima un ordine di grandezza di circa 10 milioni di franchi che il Cantone potrebbe versare ai Comuni)”.

La condizione sine qua non è la ripresa del dialogo, con “da un lato un’assunzione di responsabilità da parte degli amministratori comunali e, dall’altro, una volontà e un’apertura a delegare compiti da parte dell’autorità cantonale. Se Cantone e Comuni non saranno in grado di consolidare questo equilibrio significherà che il processo di aggregazione in corso e sostenuto finanziariamente in maniera importante dal Cantone non avrà raggiunto uno dei suoi obiettivi, quello di favorire una maggiore autonomia comunale”. 

Intanto, l’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni (ATAC) si è detta favorevole all’iniziativa di Canobbio, Melide e Vernate.

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