BELLINZONA – Il tema dei latitanti è tornato d’attualità con la seguitissima cattura di Cesare Battisti, ora in carcere in Sardegna. Anche in Svizzera si nascondono persone che la giustizia italiana cerca da tempo.
In primis, Alvaro Baragiola Lojacono che nel 1978 fece parte, tra l’altro, del commando che rapì il presidente della DC Aldo Moro, e per questo motivo in Italia venne condannato all’ergastolo in contumacia. Sempre in contumacia, in Italia venne condannato anche per omicidio.
L’uomo ha scontato una pena inflittagli dalla magistratura svizzera ed ha anche la doppia nazionalità. Sulla scia della vicenda Battisti, la Lega chiede che la Svizzera consegni l’uomo all’Italia.
“Ad aumentare ulteriormente il disonore della Svizzera in questa vicenda, il fatto che Baragiola Lojacono non solo si trovi in libertà nel nostro paese, ma benefici addirittura del pubblico impiego”, si legge in una nota. “Prima, come noto, ha collaborato per la rossa RSI, che – con i soldi del canone più caro d’Europa – stipendiava nientemeno che un terrorista (e poco importa se formalmente fosse o non fosse assunto). Ciò ovviamente grazie alla connivenza della dirigenza di sinistra dell’emittente statale. Adesso, invece, Baragiola lavora per l’università di Friburgo: quindi ancora per un ente pubblico”.
La Lega dei Ticinesi “non intende stare a guardare davanti a questa scandalosa latitanza di oltre quarant’anni, oltretutto finanziata con denaro pubblico, e non accetta che la Svizzera continui a macchiarsi del reato di complicità con un terrorista. La Lega dei Ticinesi esorta quindi il ministro degli Esteri Ignazio Cassis e la ministra di Giustizia e polizia Karin Keller Sutter, ovvero i due Consiglieri federali del PLR, ad attivarsi immediatamente affinché il terrorista Baragiola venga consegnato all’Italia e sia chiamato a scontare integralmente la pena per i crimini commessi, ponendo così fine ad una vergogna che dura da decenni”.
Pronto ad attivarsi con atti parlamentari a Berna, il Movimento di via Monte Boglia afferma che “è inutile che la partitocrazia – PLR compreso – si sciacqui la bocca con i “diritti umani” (naturalmente solo quando fa comodo) e poi disattenda al più elementare ed universale principio di giustizia: ossia quello che prevede che i criminali siano chiamati a pagare per le atrocità commesse. E che ne è, in questa vicenda, della tanto declamata “reputazione internazionale della Svizzera”? Non vogliamo essere complici di terroristi!”