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22.05.19 - 17:380

Le riflessioni liberali. "Ecco cosa ci insegna il caso Kering"

"In Ticino il 60% della spesa totale è data da formazione, sanità e socialità, dobbiamo finanziarle: creiamo le condizioni affinchè le aziende che si insediano qui restino", scrivono in una nota i liberali

BELLINZONA – Migliorare le condizioni quadro per far sì che le aziende che si insediano in Ticino poi restino. “Questo è l’insegnamento di quanto accaduto in questi giorni. Senza tralasciare che a non giovare è anche l’atteggiamento di una certa politica che si rallegra quando le aziende chiudono.Chi non rispetta le regole è giusto che venga sanzionato, ma senza demonizzare un intero settore con metodi di denuncia che nulla hanno a che vedere con il sistema svizzero. Come PLR continueremo a batterci per il rispetto dei lavoratori e delle regole del gioco”, constata il PLR.

Il gruppo Kering, che lascerà parzialmente il Ticino, infatti, per i liberali “ci mette nuovamente di fronte all’evidenza che ogni impresa è libera di decidere autonomamente dove svolgere le proprie attività. Siano esse gestionali, produttive o logistiche. Un principio che vale per le piccole e medie imprese, ma a maggior ragione per i grandi gruppi. Che hanno la possibilità di reagire in maniera più rapida e immediata alle varie sollecitazioni e ai cambiamenti del mercato”.

“Il Canton Ticino di fronte a questa situazione ha quindi l’ennesima conferma che l’unica possibilità di azione è quella di favorire le migliori condizioni quadro possibili per il mantenimento e l’insediamento di nuove aziende virtuose nel nostro Cantone. Aziende che creino posti di lavoro e indotto fiscale nel pieno rispetto delle regole: non dimentichiamo infatti che il 60% della spesa totale del Canton Ticino è data dalla formazione, dalla sanità e dalla socialità. E questa spesa dev’essere in un qualche modo finanziata…”, osserva il PLR.

Dunque, “al di là della scontata tranquillità istituzionale della Svizzera vi sono certamente altri aspetti su cui è necessario fare leva.Come ad esempio il livello della fiscalità, l’offerta di attività di ricerca e sviluppo e le buone vie di collegamento - siano esse intese per la mobilità delle persone, delle merci o dei dati. Torniamo insomma a sostenere chi paga le imposte e crea posti di lavoro, nel pieno rispetto delle regole del mercato ticinese. Piccole e medie imprese ma anche grandi gruppi che creano substrato fiscale a favore di tutti noi”.

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