di Tiziano Galeazzi*
Il 2018 è stato un anno elettorale, e ovviamente la politica ticinese tra gennaio e aprile ha rallentato i ritmi di lavoro, ci troviamo oggi a metà di giugno e il tempo per decidere sui ristorni 2018 all'Italia è quasi al capolinea.
Nel dicembre 2018 ho inoltrato, a nome del ex gruppo parlamentare, una mozione semplice semplice. Chiedeva in sostanza di congelare su un conto in Banca dello Stato della Repubblica del Cantone Ticino, il plurimilionario assegno da versare all'Italia.
Motivo ? Nessun riscontro italico in contropartita alla ratifica degli accordi fiscali parafati nel 2015 e già approvati unilateralmente dal nostro Paese. La scusa sembra sempre essere della stessa "minestra" e quest'anno a maggio vi erano pure le elezioni europee. Oggi nessuno nel Belpaese sembra interessarsi del dossier.
A Berna nel contempo alcuni dei nostri Consiglieri Nazionali stanno premendo per ottenere qualche risultato, ma sembra che prevalga la solerzia. Cosa che accade anche da noi in Ticino: il Governo per ora resta muto. Va ricordato che in ballo non vi è solo l'accordo fiscale in se, ma anche quella famosa "road map" che comprendeva la facilitazione nel campo finanziario di poter operare in Italia da parte di professionisti e istituzioni svizzere.
Ebbene? Il nulla del nulla....ci troviamo ancor oggi con il "cerino in mano alla prima casella di partenza del gioco dell'oca".
Chissà che succederà nell'Esecutivo cantonale in questi giorni. Un vento di novità con il neo Consigliere di Stato Raffaele De Rosa oppure un bel tre a due sulla decisione? Meditate gente, menditate....... ma diamoci una mossa e inziamo a farci valere senza prender sempre i "coregoni plastificati" in faccia.
*deputato UDC