LUGANO – Botta e risposta sull’aeroporto fra Peter Rossi del PS e Boris Bignasca della Lega. Chi vuole salvare l’aeroporto lo vuol fare per aiutare la classe politica, come insinua il socialista? Per Bignasca, no.
“Ieri sera un candidato al Nazionale mi ha chiesto cosa ne penso dell’aeroporto”, scrive sui social Rossi. “Dopo aver ascoltato attentamente le sue argomentazioni gli ho riposto che ora mi sorge un forte dubbio che prima non avevo. Si vuole salvare l’aeroporto o, (visto che nel CdA siedono un Consigliere agli Stati, un Consigliere di Stato, un Sindaco e due Consiglieri comunali di una delle più importanti città del Cantone) la classe politica? Il dubbio rimane”.
Secca la replica di Bignasca: “Si vogliono salvare i dipendenti dell’aeroporto e dell’indotto. 300 famiglie, da guardare negli occhi. 300 persone che resterebbero a piedi da un giorno all’altro. 300 famiglie che meritano, che la politica decida. Sei contrario all’aeroporto caro Peter Rossi? Sei in gestione? Fai pure rapporto contrario. È un tuo diritto. Fallo. Fallo presto. Fallo ricordando che metti sul lastrico 300 famigli”, lo invita.
“In questo Cantone - giusto o sbagliato che sia - abbiamo salvato i dipendenti RSI (con soldi pubblici), abbiamo salvato i dipendenti delle Officine (con soldi pubblici), abbiamo salvato i dipendenti della navigazione di Locarno (con soldi pubblici), abbiamo salvato gli impianti di risalita, abbiamo salvato l’OSI con soldi pubblici e tanto altro. Quindi non capisco perché i dipendenti dell’aeroporto debbano ricevere un trattamento diverso. Anche perché il contributo che si chiede è inferiore a quello di tante spese pubbliche in altri campi”, continua Bignasca.
Che poi affonda: “Ma forse dietro il voler affondare l’aeroporto c’è solo l’intenzione di colpire certi politici a vantaggio di altri. E questo a danno dell’immagine di Lugano e soprattutto a danno di 300 persone che hanno la sola “sfiga” di essere oggetto di giochetti politici e oggetto di mire privatistiche di dubbio gusto. L’aeroporto è in difficoltà, lo sappiamo, ma da qui a buttare tutto... Ci vuole parità di trattamento con altre infrastrutture che abbiamo sempre salvato”.