di Bixio Caprara*
Il sindaco del consenso, dell’approccio cordiale, del ”tout va bien madame la marquise”, è in evidente affanno quale presidente del consiglio di amministrazione di LASA, la società anonima responsabile della gestione dell’aeroporto di Lugano. La società è sull’orlo del fallimento e solo un cospicuo intervento pubblico è in grado di evitarlo. Sul tavolo c’è un messaggio del Municipio di Lugano e del governo cantonale. Su quest’ultimo una maggioranza della commissione della gestione del Gran Consiglio si è espressa positivamente non senza
inserire paletti più rigorosi rispetto al messaggio del Governo.
Si chiede la presentazione di una strategia chiara e definitiva entro la fi ne del 2020 assicurando un contributo alla copertura delle perdite limitato a fine 2022.
Serve a poco sottolineare i numerosi ritardi e i tentennamenti accumulatisi negli anni che hanno portato all’attuale situazione con un’infrastruttura aeroportuale non adatta ai tempi. Su tutti, ma è solo un esempio, la grave mancanza di un sistema di atterraggio GPS (o simile) che permetta il volo strumentale, tecnologia che consentirebbe di atterrare in ogni circostanza. In effetti questa lacuna portava sovente ad annullare voli o a dirottarli altrove con conseguenze facilmente intuibili.
Con grande sorpresa, visto che il tema è noto da anni, abbiamo saputo che il mandato per uno studio di fattibilità è statoattribuito solo a inizio 2019 (!).
Certamente siamo consapevoli che si tratta di un mercato complesso e in continua evoluzione.
Vi sono situazioni createsi a prescindere dalla volontà di LASA. Ma è evidente a tutti che voler mantenere la stessa organizzazione e gli stessi costi di gestione senza voli di linea e non aver proposto con la giusta tempistica una ristrutturazione e una prima ricapitalizzazione alla città, quando ancora vi era il tempo per farlo con la dovuta calma, sono aspetti di sola e unica responsabilità di LASA e in particolare del suo presidente.
Per cui è semplicemente inaccettabile la reazione stizzita e infastidita del sindaco verso chi si permette di porre domande ed esprime un atteggiamento critico verso il messaggio del municipio di Lugano sollevando quesiti pertinenti e del tutto legittimi. Quasi che porre domande e proporre soluzioni di compromesso fosse lesa maestà, invece che semplice responsabilità di ogni amministratore comunale, altro che interessi elettorali.
Borradori ha voluto assumere la presidenza di LASA, bene, se ne assuma quindi però anche
le responsabilità politiche e amministrative. Troppo facile non aver mai dato ascolto a chi di aeronautica capisce, non essersi impegnato proponendo gli indispensabili investimenti e meravigliarsi se qualcuno pone delle domande che mettono il dito nella piaga.
La città di Lugano è proprietaria dell’aeroporto e azionista di maggioranza di LASA. Se Lugano chiede l’aiuto del Cantone, il Gran Consiglio è ben disposto ad aiutare ma si pretende maggior chiarezza e un cambiamento sostanziale di atteggiamento e delle modalità di gestione.
L’accordo preparato con il suo successore al Dipartimento del territorio (a proposito; quando era lui a capo del DT il tema non era noto?) non è una cambiale in bianco, ma è vincolato alla presentazione di un piano gestionale aggiornato e possibilmente basato anche sul partenariato pubblico privato.
Quindi al presidente di LASA consiglieremmo di parlare al sindaco e ai colleghi municipali in
modo chiaro e trasparente se vuole davvero una soluzione vincente per l’aeroporto. Il sindaco invece chieda al presidente del consiglio d’amministrazione di LASA un lavoro maggiormente credibile dal punto di vista strategico e gestionale se vuole ottenere l’indispensabile sostegno politico.
Quindi giù la maschera.
*presidente PLR, da Opinione Liberale