BELLINZONA – L’emendamento chiesto che i Verdi hanno chiesto in assemblea, ovvero di inserire l’obbligo che il salario minimo entri in vigore nel 2024, dopo i vari scatti previsti, può scombinare un po’ i piani dei relatori dell’ormai famoso rapporto. La paura degli ecologisti è che il Parlamento alla fine decida che gli effetti sul mondo del lavoro del salario minimo sono deleteri e dunque bloccare l’entrata in vigore definitiva.
Il PS sembra essere favorevole, rinnovando dunque l’alleanza rosso-verde che tanto sta facendo bene nell’ultimo periodo. “Appoggeremo il loro emendamento, se passasse sarebbe una garanzia in più di arrivare in tempi ragionevoli al salario minimo orario tra 19,75 e 20,25 franchi”, ha detto Durisch a La Regione.
E Lega e PPD? Ne discuteranno.
Fiorenzo Dadò ha lanciato una frecciatina ai Verdi: “Capisco i problemi di quieto vivere all’interno dei Verdi, mercoledì in gruppo valuteremo seriamente la loro proposta e come PPD prenderemo una decisione”. Come a dire, per non far scoppiare bubboni all’interno del movimento ecologista, ecco questa proposta, che mette d’accordo il gruppo parlamentare che appoggia la firma di Bourgoin al rapporto e chi invece, vedesi Gysin e Delcò Petralli, non sono soddistati.
Michele Guerra della Lega teme che si possano rovinare gli equilibri, dato che ci sono voluti cinque anni a trovare un accordo. “Ora, arrivare a cinque minuti a mezzanotte con una nuova richiesta, volta a ritoccare il compromesso, è forse un po’ rischioso. Questa nuova richiesta dei Verdi, e lo dico senza preclusioni, potrebbe infatti aprire la strada ad altri emendamenti e a una ridiscussione delle posizioni. Ma spero che ciò non avvenga”. Il gruppo popolare democratico ne discuterà mercoledì, “su questa come su altre eventuali proposte di emendamento non vi è alcuna preclusione di fondo da parte nostra”.