Riceviamo e pubblichiamo
di Giovanni Cossi*
Dire che sono tornato a casa angosciato è dire poco. Ho passato più di un'ora con una mezza dozzina di dipendenti di Lugano Airport. E ho ascoltato impietrito le loro storie. Chi è sposato con tre bambini piccoli e la moglie disoccupata, chi ha un’ipoteca sulle spalle, chi ha una bambina che necessita di cure speciali con la cassa malati che copre solo parzialmente i costi… e tante altre situazioni che con lo spettro della disoccupazione davanti agli occhi possono degenerare.
Il denominatore comune fra queste maestranze è l’interrogativo: ma per quale motivo due sindacalisti quali Matteo Pronzini e Raoul Ghisletta si accaniscono su di noi lavoratori?
Non ho potuto che rispondere che il mondo sta girando all’incontrario. Infatti questi due signori sono i soli sindacalisti al mondo che vogliono creare disoccupazione. Meritano il premio NOBEL per i sindacalisti migliori. Poi ci sono i Giuseppe Sergi e i Martino Rossi, un mondo comunista che con la cultura del Canton Ticino ha poco a che fare.
Ed è grave che a supporto delle loro tesi raccontino un sacco di frottole che ben presto saranno smentite, cifre e documenti alla mano.
Dov’è la solidarietà sindacale? Il sostegno ai più deboli con cui si sciacquano la bocca tutti i giorni?
Dire che dietro questi comportamenti c’è molta disonestà intellettuale è ancora poco. Avessero il coraggio di dire apertamente che gli aerei sono solo per i ricchi e che quindi l’aeroporto è un giocattolo nelle mani dei ricchi li stimerei di più, ma non sopporto che raccontino fandonie per sostenere le loro tesi.
Buttare nel vortice della disoccupazione decine di persone per loro non è un problema e dimenticano che un disoccupato ha una moglie, ha dei figli, la famiglia… e si trova in una situazione ad alto rischio. Ai comunisti nostrani tutto questo non importa.
E ricordo che stiamo parlando di una spesa globale di 8 milioni, a confronto di un budget cantonale che sfiora i 4 miliardi e a una città come Lugano che ha un parco immobiliare stimato in 2 miliardi. Mentre il costo dei licenziamenti sarà di circa 6,5 milioni di franchi (dati LASA e SECO).
*sindaco di Vernate