BELLINZONA – Non solo il Mattino, ora tutti i partiti borghesi hanno interiorizzato messaggi xenofobi. Lo sostiene il PS, che si è opposto con forza in aula al principio, portato avanti dalla mozione di Nicholas Marioli, poi ripresa dai colleghi leghisti Omar Balli e Sem Genini (chiedeva che il criterio di rimborso delle prestazioni assistenziali percepite negli ultimi dieci anni nella Legge sulla cittadinanza ticinese e sull’attinenza comunale dovesse essere inserito nella legge per le naturalizzazioni).
Veemente era stato l’intervento da parte di Carlo Lepori, nel corso della discussione. La maggioranza ha poi accolto il rapporto di maggioranza, favorevole, di Galusero. Un voto che ha riaperto un tema da sempre delicato, vedesi la presa di posizione da parte di Natalia Ferrara.
Il PS attraverso i social interviene e sottolinea la sua contrarietà. “La decisione del Gran Consiglio di inasprire i criteri per ottenere la cittadinanza svizzera, triplicando il periodo di attesa senza di aiuti sociali, è figlia di una politica xenofoba e discriminatoria, che colpevolizza gli stranieri e chi per situazioni di difficoltà chiede aiuto allo Stato. Messaggi che ormai non si limitano più ad apparire su una certa stampa domenicale, ma che si sono radicati in tutti i partiti borghesi che hanno votato questa iniziativa”, si legge.
“Come Partito Socialista ci siamo fortemente opposti a questa decisione e ci impegneremo anche in futuro per una politica più umana”, prosegue il PS.
“Ci opponiamo fortemente a questa cultura disumana del sospetto e del disprezzo verso chi è venuto nel nostro paese per contribuire al benessere”, continua la nota, riprendendo in sostanza gli argomenti usati da Lepori in Parlamento.
“Da parte nostra continueremo a impegnarci anche in futuro per una cultura dell’accoglienza di chi è in difficoltà e a fermare la xenofobia dilagante”.