BELLINZONA “L’imposta aveva fatto scorrere fiumi di inchiostro e altro inchiostro scorrerà”: ci permettiamo di essere d’accordo con quanto scritto dal PLR in una nota inviata in redazione, dove viene presentata una mozione di Matteo Quadranti e Paolo Ortelli che chiede che la tassa non venga incassata retroattivamente.
Il Governo lo ha specificato, ieri, ma i liberali vogliono esserne certi.
“Alcune forze politiche si sono precipitate a prendere posizione, chi per un verso e chi per un altro”, si legge. “Da parte nostra, pur condividendo alcuni aspetti, riteniamo tuttavia che chiedere già ora un rapporto sugli effetti della tassa di collegamento non abbia senso. Di fatto la tassa non è stata realmente applicata in modo univoco proprio a causa dei ricorsi cui fu concesso l’effetto sospensivo. Pur non escludendo l’ipotesi, ci sembra attualmente prematuro chiedere l’abrogazione della tassa fintanto che non saranno rese note le motivazioni del Tribunale federale e fintanto che saranno compiutamente rivalutati i cambiamenti sociali ed economici intercorsi finora, o che intercorreranno passata l’emergenza sanitaria”, scrivono i deputati, facendo riferimento a quanto chiesto dal PPD ieri.
Sottolineano come il prossimo periodo non sarà certo economicamente semplice a causa dell’emergenza Covid19 e prendono atto di quanto dichiarato dal Governo, ovvero che non vi sarà incasso retroattivo. “Da qua il senso della presente mozione che auspica alcune risoluzioni a brevissimo termine ed altre a medio termine. Oltre alla conferma da parte delle autorità politiche cantonali (esecutivo e legislativo) di una rinuncia al prelievo retroattivo per dare certezza alle parti interessate, si chiede un periodo quantomeno di moratoria (sospensione) dell’entrata in vigore della tassa che consenta alla politica, all’economia, ai lavoratori e non da ultimo alle finanze del Cantone di prendere atto dei cambiamenti intervenuti non solo negli ultimi anni a livello di risanamento finanziario, ma anche dei possibili, se non probabili, cambiamenti di comportamento sociale che l’esperienza di questi mesi di pandemia COVID 19 porterà con sé”.
“COVID-19 potrebbe, e lo stiamo sperimentando in maniera accelerata in queste settimane e speriamo non ancora a lungo, portarci a cambiamenti di comportamento quali il lavoro da casa accresciuto, un maggior utilizzo degli acquisti online, ecc… con conseguenti riduzioni degli spostamenti con veicoli privati e necessità di parcheggio. Nel frattempo, però i lavoratori non potranno da subito riutilizzare i mezzi pubblici o far capo ai piani di mobilità aziendale per ragioni sanitarie e quindi bisognerà dare e darsi del tempo per valutazioni più accorte. Prima del gennaio 2025 il parlamento dovrà in buona sostanza avere gli elementi per rivalutare la situazione e confermare o meno la legge”, citano così una data, lontana nel tempo come il 2025.
“Il futuro potrebbe aver subito una accelerata. Diamoci il tempo di rifare un apprezzamento della situazione e di rivalutare il compito per proporre soluzioni ponderate e nell’interesse di tutti”, pertanto chiedono “formalmente al Governo in primis e al Gran Consiglio di seguito di:
- rinunciare definitivamente alla riscossione retroattiva della tassa di collegamento;
- decidere una moratoria o sospensione dell’entrata in vigore della stessa fino al termine dell’emergenza COVID-19 e non prima del gennaio 2025;
- rivalutare l’intera situazione e necessità o anche solo l’opportunità di una tale tassa alla luce dei cambiamenti sociali ed economici intercorsi e che intercorreranno nei prossimi mesi e anni/anni”.