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11.05.20 - 15:380

Cinque punti fermi e quasi 30 atti parlamentari: il dopo Covid secondo l'UDC. E non è finita

I deputati del partito democentrista hanno presentato 28 tra mozioni e iniziative, suddivise per tematiche e distrubite fra breve e medio termine (dai frontelieri ai residenti, dalle tasse al traffico sino alla suola). Più in là si occuperà di sanità

BELLINZONA – Un pacchetto di misure che si compone di 28 atti parlamentari, alcuni per il breve e altri per il lungo termine. L’UDC pensa al futuro, spiegando di non volersi esprimere sulla gestione della crisi sanitaria, bensì di voler pensare a come far ripartire l’economia.

“Non sempre è consigliabile tornare al punto di partenza, ma sarebbe opportuno ripensare alcuni condizioni quadro antecedenti alla chiusura”, si legge nel comunicato firmato da Piero Marchesi. “Se le chiusure imposte ormai da quasi 8 settimane hanno avuto il positivo effetto di frenare la diffusione del virus, dall’altra parte questa scelta comporta sacrifici economico e sociali per tutti: disoccupazione parziale, deficit, debito pubblico, incertezze per le persone, le famiglie, le ditte. Come tutti, anche l’UDC ha in mente delle misure per risollevare il Canton Ticino al più presto e tornare come si dice “alla normalità”. Ma che cosa è “la normalità”? 

Una domanda che in fondo si pongono in molti. Per i democentristi, non tutto deve tornare come prima, a partire dal mercato del lavoro, “come pure tutto ciò che riguarda le relazioni con la dipendenza dell’estero; il sistema sanitario (che ha retto bene) ma che nella sua dotazione di risorse tecniche e umane ha messo in luce anche dei rischi di “rottura” importanti; e altro ancora come le relazioni tra i poteri dello Stato, il federalismo”.

“La prima condizione è che si abbia il coraggio di “cambiare ciò che si può, ma di mantenere ciò che non si deve cambiare”. La seconda è quella di sottolineare che cosa non va dimenticato:

1) Che il mercato è fondamentale e non va anestetizzato con i soldi dei contribuenti tenendo in vita attività decotte e ditte stracotte. Bisogna sostenere invece le aziende sane che operano eticamente e che si impegnano per impiegare manodopera residente.

2) Che la rete sociale svizzera sui 3 livelli istituzionali va usata correttamente e difesa. Un sano humus sociale è fatto di diritti e doveri e libertà. Evitiamo dunque delle distorsioni quale i reddito di residenza (già rifiutato dal popolo).

3) Che gli aiuti finanziari/sussidi/investimenti devono essere devoluti alla trasformazione strutturale e non sprecati per motivi congiunturali o di distribuzione a pioggia.

4) Che l’equilibrio finanziario va tenuto sotto controllo, i debiti di oggi sono le imposte dei nostri figli di domani.

5) Che il Coronavirus non giustifica ogni idea o pretesa. I progetti e le iniziative vanno selezionati con cura. Sulla base di queste importanti premesse, proponiamo il nostro Pacchetto di misure attive”

Si tratta di atti parlamentari (Mozioni e Iniziative) che i deputati hanno già presentato
negli ultimi tempi e che non sono ancora stati evasi, suddivisi per tematiche e distribuite su due orizzonti temporali: di breve e di medio lungo termine. L’UDC successivamente desidera presentare “anche ulteriori proposte per migliorare il sistema sanitario, la formazione sanitaria, le risorse umane per il mercato del lavoro indigeno, il funzionamento della giustizia e della magistratura. Campi questi che richiedono un notevole coinvolgimento oltre che di addetti ai lavori e di politici, anche della società civile dovendo con essa trovare il massimo livello di condivisione.

Si va da sconti fiscali per indipendenti e sulle imposte comunali a riduzioni di aliquote e modifiche di leggi tributarie, dal sostegno alle piccole aziende e a coloro che assumono residenti, da modifiche sui rapporti coi frontalieri a misure per il traffico, restando sul breve termine. Per il lungo, si vogliono abbassare le tasse del 10%, modifiche fiscali e per combattere i capitali occulti, si desidera stanziare una cifra di 400 milioni per il lavoro, agire a favore dei residenti, rivedere la scuola dell’obbligo. Un programma certamente ambizioso: il dopo Covid, per l’UDC, è questo.

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