di Giulia Petralli*
Forse sono i 30 anni in arrivo che iniziano a farsi sentire, forse è che in discoteca non ci vado più da un po' o forse è che mi aspetto risposte diverse quando penso ai dati sul peggioramento della salute mentale giovanile.
In ogni caso mi chiedo se - anche in risposta a tutte le privazioni appena vissute - la possibilità di entrare in discoteca a 16 anni sia ciò che serve davvero.
Forse, e dico forse, sarebbe il caso di riflettere su altri spazi, come centri sociali, giovanili e/o culturali, sportivi, ricreativi etc. che potrebbero essere più interessanti e utili nel forgiare la propria identità.
Tra tutti questi forse c'è comunque una certezza: manca una politica giovanile a 360°, seria che sappia valorizzare i giovani. Perché rispondere al preoccupante malessere espresso dai giovani (gli ultimi dati sulla salute mentale parlano chiaro) con un “ehi, ma perché non vai un po’ in discoteca?” - pensando così di aver colmato quel vuoto esistente - lascia davvero senza parole.
*granconsigliera Verdi