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02.06.23 - 12:070

Un'ora in più di musica a Locarno. "La gente vuole divertirsi, non solo dormire"

Il Municipio ha deciso, dopo un periodo di prova, di confermare la possibilità per gli esercizi pubblici di richiedere una deroga al limite orario in cui è concesso "fare musica", con delle precisione richieste per non disturbare la quiete pubblica

LOCARNO - Dopo un periodo di sperimentazione, effettuato l’anno scorso tra aprile e ottobre, il Municipio di Locarno ha deciso di confermare la possibilità per gli esercizi pubblici di
richiedere una deroga al limite orario in cui è concesso “fare musica”. Adempiendo a precise condizioni, e facendone di volta in volta richiesta alla Polizia comunale, d’ora in
avanti i locali pubblici potranno quindi offrire un intrattenimento musicale ai propri clienti sino a mezzanotte e non più fino alle 23.

Conciliare le esigenze di tutti non è mai semplice. Anzi, è un compito assai arduo per un ente pubblico, chiamato a rispondere a tutti i componenti della Città. Ma Locarno sembra aver trovato la strada giusta, almeno per ciò che concerne la volontà di proporre musica nei locali pubblici e la necessità di dover garantire la tranquillità necessaria ai vicini. Dopo un periodo di test, protrattosi l’anno scorso tra il 1. aprile e il 30 ottobre, si può infatti affermare che la concessione di fare musica per un’ora in più agli esercizi pubblici ha portato ottimi risultati.

Alla Polizia comunale non risultano segnalazioni di disturbo della quiete o lamentele in genere. Per questo motivo, l’Esecutivo cittadino ha deciso, appoggiandosi sull’articolo 11 dell’ordinanza concernente la repressione dei rumori molesti (modificata a proposito negli scorsi mesi e ormai cresciuta in giudicato), che i locali sul suolo di Locarno potranno anche in futuro – e su tutto l’arco dell’anno – fare richiesta per il prolungo d’orario, in cui è appunto concesso fare musica.

“Con questa scelta, il Municipio vuole rispondere a più esigenze contemporaneamente”, commenta il sindaco Alain Scherrer. “Da un lato, infatti, ci sono i locali pubblici, che desiderano offrire musica ai propri clienti più a lungo, come ci è stato più volte richiesto. E anche i clienti stessi, in particolare i giovani ai quali la Città cerca di offrire un luogo sempre migliore non solo dove dormire ma dove vivere nel vero senso della parola, va detto che non disdegnano di certo la possibilità di godere della buona musica per un’ora in più”.

“Dall’altro, invece, adottando le misure necessarie come l’ausilio di un sonometro, riusciamo a garantire la quiete che va assicurata agli abitanti che vivono in prossimità dei ritrovi, i quali hanno tutto il diritto di non dover “subire” i rumori altrui”, gli fa eco il capo Dicastero Finanze e Sicurezza, Davide Giovannacci. “Ricordo che le autorizzazioni vanno richieste di volta in volta e che, se non si dovessero rispettare le rigorose quanto necessarie regole del gioco, queste concessioni potranno essere negate dalla Polizia comunale”.

L’autorizzazione da parte della Polizia comunale, appunto, non sarà automatica. I richiedenti, come già avvenuto durante il periodo di prova, dovranno infatti sottostare e adempiere a precise condizioni per riceverla. In particolare, i locali pubblici, che vorranno proporre musica fino a mezzanotte per intrattenere i propri clienti, dovranno dotarsi come accennato di un cosiddetto “sonometro”, ovvero di un apparecchio che misura il volume delle emissioni foniche e registra i relativi dati su una memoria interna. Dati che, in caso di reclami da parte della cittadinanza, saranno dunque a disposizione degli agenti di Polizia, i quali potranno verificare il rispetto o meno del limite di decibel consentito per legge. Agenti che, a loro volta, saranno muniti dello stesso genere di apparecchio potendo così effettuare le proprie misurazioni e confrontarle immediatamente con i dati forniti dall’esercizio pubblico chiamato in causa.
Oltre la mezzanotte, va infine ricordato, i locali possono inoltre continuare a proporre musica di sottofondo sino all’orario di chiusura. E questo, come cita l’ordinanza, naturalmente “a condizione che non rechi disturbo alcuno al vicinato”
 

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