LUGANO - La vettura privata è ormai un bene, spesso un lusso, ma molti rifugiati ucraini, con lo statuto S, ne possiedono ancora una dopo diverso tempo dal loro arrivo nel nostro paese. Qualcosa a Andrea Sanvido non torna.
Il leghista, riprendendo delle risposte del Consiglio di Stato a una interrogazione di Tonini sulle auto targate Ucraina che circolano in Ticino, pone alcune domande al Municipio luganese. "Oggi il fatto di possedere un automobile incide sulle prestazioni. Le auto non dovrebbero essere prese in considerazione se c’è motivo di ritenere che i parenti in Ucraina li usino per mantenersi o se questo ostacolerebbe il ritorno per la reintegrazione nel loro paese. Secondo le raccomandazioni, i veicoli dovrebbero essere venduti dopo 12 mesi o in alternativa le autorità di assistenza sociale possono richiedere ai proprietari di autovetture dipendenti di depositare le targhe", scrive, in un atto firmato assieme a Mauro Gaggini, Nicholas Marioli, Christian Tresoldi, Omar Wicht, Gianmaria Bianchetti e Luisa Aliprandi
"Secondo le nostre informazioni molti profughi ucraini hanno fatto ritorno per le festività nella loro terra di origine. Si vedono circolare ancora molte vetture targate UA, e molti cittadini iniziano a farsi molte domande, poiché il veicolo è considerato un vero e proprio bene", proseguono, prima di chiedere:
"1. Quanti sono i profughi ucraini residenti a Lugano?
2. Quanti di loro beneficiano dell’assistenza?
3. Vi sono cittadini ucraini che ricevono l’assistenza e posseggono una vettura targata?
4. Quante targhe sono state depositate dai profughi ucraini?"