BELLNZONA - “Mentre il Titanic affonda ostriche e champagne per tutti”. Il titolo dell’intervista di Gianni Righinetti a Piero Marchesi sul Corriere del Ticino riassume il messaggio del presidente dell’UDC ticinese. Una conversazione a 360 gradi sui nodi politici cantonali. Partendo dalla sfida per la carica di sindaco di Lugano tra Michele Foletti e Marco Chiesa: “Malgrado le fantasiose storielle architettate dai media per cercare di farci litigare, alle quale non abbiamo abboccato, tutto è andato come pianificato”.
Passando poi al caso Gobbi, visto che, nell’ipotetico caso in cui il ministro leghista dovesse dimettersi, Marchesi gli subentrerebbe in Governo: “Me lo hanno ricordato in molti in questi giorni, ma credo e spero che la questione che tocca il consigliere di Stato possa chiarirsi e risolversi definitivamente”.
E sul Decreto Morisoli, che secondo il promotore – il capogruppo dell’UDC in Gran Consiglio – andrebbe riattivato oltre la scadenza del prossimo anno, fino al 2027: “Anche se si è fatto di tutto per non applicarlo l’UDC non molla la presa – afferma Marchesi -. Non ci stiamo a far colare a picco il nostro Cantone e a lasciare montagne di debiti sul groppone dei nostri figli”. E sul “Governo del Mulino Bianco”: “Il Governo ticinese mi ricorda l’orchestra del Titanic che continua a suonare, mentre tutti pasteggiano a ostriche e champagne, anche se la nave sta oramai affondando”.
Non poteva mancare una domanda sui dipendenti pubblici, in quanto l’UDC ticinese, ispirandosi a una proposta del PLR di Soletta, recentemente bocciata in votazione popolare, intendeva fissare un tetto ai funzionari: “Negli ultimi 5-6 anni, già con le finanze allo sbando, il Governo ticinese ha gonfiato ulteriormente l’amministrazione pubblica assumendo altri 750 dipendenti pubblici - l’equivalente di una fabbrica del milanese - quando uno studio dell’Idehap dimostra che la stessa è sovradimensionata del 33% rispetto alla media degli altri Cantoni. L’iniziativa che vuole legare il numero massimo di dipendenti pubblici al numero della popolazione, che è in elaborazione, è un esempio concreto delle nostre prossime azioni”.
Con il dovuto rispetto per chi reclama migliori condizioni e protesta contro i tagli, aggiunge Marchesi, “a noi interessa soprattutto rappresentare la voce dei 180.000 ticinesi che lavorano nel privato a stipendi più bassi, in condizioni più difficili, senza la garanzia del posto fisso degli statali e che vanno avanti senza necessariamente manifestare in piazza”.
Infine, una domanda sui rapporti tra UDC e Lega, che secondo Piero Marchesi vanno “bene”: “UDC e Lega hanno dimostrato che, al di là delle naturali differenze tra i due partiti e qualche normale screzio, da tempo sanno collaborare in modo efficace. Sono convinto che lo faremo anche in futuro, forse con un’organizzazione diversa, cosa che auspico, ma siamo entrambi consapevoli che unita la destra ticinese è più forte. Ritengo sia giunto il momento di affrontare la nostra collaborazione in modo più strutturato, pianificando già da ora assieme obiettivi, temi, strategia e persone. A questo riguardo proporrò prossimamente un incontro con i vertici della Lega per iniziare questa importante discussione per il futuro della destra ticinese”.